Translate

lunedì 17 dicembre 2012

LA QUESTIONE MERIDIONALE ED IL FATTORE GABBIE SALARIALI

La crisi che sta attraversando l'intero sistema economico mondiale, non è neppure paragonabile, per la sua longevità, alla questione meridionale che investe l'Italia dal 1873 e che si prolunga tutt'oggi.
La definizione questione meridionale venne utilizzata per la prima volta dal deputato Antonio Billia intendendo la disastrosa situazione economica del sud Italia in confronto alle altre regioni della nazione.
L'origine delle differenze socio – economiche tra nord e sud Italia hanno, da sempre, creato un forte dibattito che si alimenta attraverso le differenze ideologiche e politiche della società.
Le correnti maggioritarie sostengono fortemente l'idea che, questa spaccatura economica, esistesse già precedentemente rispetto all'unificazione nazionale del 1861.
Tuttavia nuovi dati di carattere storico – economico hanno dimostrato che le differenze economiche, tra nord e sud fossero presso che inesistenti.
Da questi dati emerge infatti che la nazione partì, al momento dell'unificazione, sullo stesso piano su tutti i punti di vista.
Nel 1861, l'Italia era uno Stato poco sviluppato dal punto di vista industriale, che aveva tardato a seguire la scia inglese del periodo industriale. Essa viveva, per la maggiore, di agricoltura e allevamento; questa tendenza si trascinò ancora per qualche anno dopo l'unificazione.
Tuttavia, pochi anni dopo, si crearono i presupposti che fecero nascere la crisi meridionale.
Cosa accadde?
Il primo fattore che colpì il sud fu la crisi del grano e, conseguentemente, delle campagne. Colpo davvero mortale per un meridione che basava l'economia proprio su queste componenti.
Mentre il secondo furono i grandi investimenti industriali, statali e privati, che si concentrano nel Nord del paese andando a creare una spaccatura che non si è mai più rimarginata.
Da quel momento in poi si crearono due “Italie”:

  • Il nord, che si mise a correre verso l'industrializzazione seguendo il modello inglese;
  • Il sud, che rimase completamente spiazzato e lasciato al suo destino.

Ecco che, conseguentemente a questa spaccatura, si verificò la prima migrazione di massa dal sud verso il nord Italia, dal mondo della campagna alle industrie settentrionali.
Nel 1875, conseguentemente ad un peggioramento della situazione dell'ordine pubblico nel Mezzogiorno e in Sicilia, il Governo propose al Parlamento l'adozione di provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza.
Nel 1877 i professori universitari Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, pubblicarono la loro inchiesta in Sicilia con cui per la prima volta richiamarono l'attenzione pubblica sulla durezza delle condizioni di vita nelle regioni del Sud.
Conseguentemente allo sviluppo industriale settentrionale, il meridione risentì ancora di più del resto d'Italia la GRANDE GUERRA e vent'anni SECONDA GUERRA MONDIALE esattamente come la Prima, seguì lo stesso copione. Ma questa volta le disparità che ne risultarono, più che economiche, furono di carattere politico.
Da questo momento in poi però il sud Italia riuscì, grazie al boom economico che colpi tutta l'Italia post - guerra mondiale a crescere sotto tutti i punti di vista!
Un provvedimento che riuscì ad assecondare questa crescita fu l'introduzione delle GABBIE SALARIALI, che andò a disequilibrare i salari del nord e del sud in base al costo della vita.
Da quel momento in poi, fatto 100 il salario di un operaio del nord, il salario di uno stesso lavoratore del sud sarebbe stato pari ad 80.
Questa differenza di salario era equilibrato al costo della vita, andando quindi a dare una paga reale parificata.
Per la prima volta dalla nascita dello Stato italiano il sud stava riuscendo a correre, non solo alla pari del nord ma, addirittura, a crescere il doppio rispetto ad esso.
La questione meridionale fino al 1969 pareva finalmente risolta, con il sud che lentamente stava raggiungendo le soglie del nord, dando tutta l'impressione che, una volta giunto a quel traguardo, non si sarebbe affatto fermato.
Ma nel 1969 accadde un fatto che, in poco più di un anno riporterà il sud ad una discesa a precipizio dal quale, questa volta non si riuscirà a riprendere.
Questo discesa dipese da un provvedimento di politica economica dello Stato, che apparentemente, doveva equiparare i le condizioni lavorative tra nord e sud ma, in realtà, andrà a creare un decadimento del fattore impresa nel meridione.
Le gabbie vennero definitivamente abolite nel 1969, dopo anni di lotte operaie, durante le quali CGIL, CISL e UIL avevano lanciato una vertenza nazionale sostenuta da scioperi e manifestazioni: il 21 dicembre 1968 fu l'Intersind (l'associazione che rappresentava le aziende a partecipazione statale) ad accettare l'eliminazione delle gabbie, sia pure in modo graduale entro il 1971; poi anche Confindustria accettò l'eliminazione delle gabbie.
Ne seguì una discesa che ancora, purtroppo, non ha raggiunto il suo traguardo.


Nessun commento:

Posta un commento