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domenica 30 novembre 2014

L'EMENDAMENTO M5S SULL'8 PER MILLE ALL'EDILIZIA SCOLASTICA E' OPERATIVO. PRESENTARE DOMANDA ENTRO IL 15 DICEMBRE!

Salve lettori!

Questo articolo vorrei dedicarlo ad una vecchia proposta del MoVimento 5 stelle, fortunatamente approvata, al contrario di tante altre proposte rigettate dalla maggioranza, che 10 giorni fa è diventata operativa.

Ricordate l'emendamento  presentato in legge di stabilità 2014 dal MoVimento 5 stelle sull'8 per mille all'edilizia scolastica?
Sostanzialmente, grazie all'approvazione dell'emendamento m5s all'articolo 1, comma 206 alla legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (link http://www.governo.it/Presidenza/DICA/2_CONCERTAZIONE_AMMINISTRATIVA_MONITORAGGIO/Servizio_2/ottoxmille/istanze_2014/legge_27_dicembre_2013_comma_206_edilizia_scolastica.pdf) (legge di stabilità 2014) alla Camera dei deputati, d'ora in poi sarà possibile, per tutti i cittadini, attraverso la dichiarazione dei redditi, destinare l'8 per mille dell'IRPEF all'edilizia scolastica, attraverso la voce " edilizia scolastica " del modulo della dichiarazione dei redditi. 
Ormai questa problematica è diventata una grosso caso nazionale, e mettere a disposizione nuovi fondi è stata sicuramente un'ottima proposta da parte del MoVimento.

Ora, dopo aver ricapitolato la funzione principe di questo emendamento, vorrei specificare alcune tematiche fondamentali.

E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in data 26 novembre 2014, il regolamento che andrà a modificare ed integrare il Decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998 e, quindi, anche l'emendamento presentato dal MoVimento 5 stelle è diventato finalmente realtà.
In base a questo regolamento, che è stato recepito dal Presidente della Repubblica attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica 172 del 17 novembre 2014, si è inserito come settore beneficiario di tali risorse anche quello dell'edilizia scolastica.

Di cosa parla questo regolamento? 

Esso specifica esattamente i criteri e le procedure aver accesso all'utilizzazione di questi fondi arrivati allo Stato tramite l'8 per mille dell'IRPEF. Ma entriamo nel dettaglio.
Esattamente, potranno usufruire di tali fondi, come quinta quota destinataria dei fondi, tutte le opere destinate a:

" RISTRUTTURAZIONE, MIGLIORAMENTO, MESSA IN SICUREZZA, ADEGUAMENTO ANTISISMICO ED EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEGLI IMMOBILI DI PROPRIETA' PUBBLICA, ADIBITI ALL'ISTRUZIONE SCOLASTICA. "


Già da quest'anno, è possibile per le amministrazioni statali fare richiesta per ottenere tali fondi per destinarli a lavori di ammodernamento, ristrutturazione e migliorie degli edifici scolastici.
Eccezionalmente, per quest'anno, è stato protratto il termine ultimo per presentare la domanda di accesso al fondo. Infatti, sarà possibile richiedere questi finanziamenti presentando domanda entro e non oltre il 15 dicembre 2014.
Tra l'altro, su esplicita richiesta del gruppo parlamentare del m5s, per quest'anno una larga fetta dei fondi derivati dall'8 per mille saranno destinati all'edilizia scolastica.

Proprio perché il tempo è ormai limitatissimo, fate girare questa notizia nelle amministrazioni comunali, non si sa mai, almeno potremmo contribuire a dare una mano da buoni cittadini! fare rete è sempre fondamentale.

Vi allego il testo completo del D.P.R 172/2014 (ecco il link http://www.ipsoa.it/~/media/Quotidiano/2014/11/27/8-per-mille-anche-all-edilizia-scolastica/14DPR172%20pdf.ashx).
Ed ecco un altro link di rimando al sito del governo con tutte le specifiche di accesso http://www.governo.it/Presidenza/DICA/index.html. Il termine, come dicevo, è slittato al 15 dicembre 2014.

Ps. La domanda si presenta attraverso l'allegato A-bis, presente nel D.P.R. sopracitato.

In questo video l'On. Marzana (m5s) spiega tutte le modalità d'accesso.


Alla prossima!!

sabato 29 novembre 2014

M5S - CONSIDERAZIONI SU 2 GIORNI DURI, MA CHE CI SERVIRANNO PER RIPARTIRE MEGLIO.

Salve gentili lettori.

Solitamente non scrivo mai articoli di sabato, ma dato che ieri sono stato occupato nelle mie riflessioni sul MoVimento 5 stelle, e non ritenevo giusto scrivere considerazioni senza averci riflettuto attentamente sopra, ho deciso di rimandare ad oggi il mio ultimo articolo settimanale.

Come avrete già capito, l'articolo di oggi si svilupperà su una riflessione a tutto campo sui fatti accaduti nel MoVimento in questi due giorni.

Vi auguro una buona lettura!

Partiamo da giovedì, ovvero dalla votazione sulle espulsioni dei deputati Artini e Pinna dal MoVimento.

Quando Beppe ci ha invitato ad una consultazione online per prendere una decisione sul tema, dopo averci riflettuto su, ho optato per un voto contrario.
Col senno di poi, in tutte le consultazioni online che ci hanno portato ad accompagnare fuori dal M5s dei parlamentari, devo ammettere, che la direzione di Beppe non aveva mai fallito. Insomma, sulle espulsioni ratificate nel portale, Beppe non aveva mai sbagliato un colpo, in tutti i casi precedenti.
E' la prima volta che, per qualche momento, mi sono trovato in dissenso con la linea generale del MoVimento. Come prevedevo, infatti, il mio voto contrario è stato ampiamente surclassato dai voti favorevoli. 
Ora vorrei spiegarvi cosa mi ha portato a votare in opposizione alla maggioranza degli iscritti.
Molto semplicemente, ho ritenuto sbagliato l'iter procedurale tenuto, in questo specifico caso, per arrivare ad una scelta sulla permanenza o l'espulsione dei deputati Artini e Pinna.

Conoscevo due articoli del regolamento m5s sulla base del quale ho scelto che direzione prendere:

1) Rendicontazione spese mensili per l'attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggio) sul sito del m5s. E questo non è stato fatto, anche se nei siti personali dei due deputati le spese sono documentate. L'avrebbero dovute inserire sul sito tirendiconto.it

2) I parlamentari m5s riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l'espulsione di un parlamentare m5s a maggioranza. L'espulsione dovrà essere ratificata da una votazione online sul portale del m5s fra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza.

Ora, il mio ragionamento è stato il seguente: i due parlamentari, anziché rendicontare sul loro sito personale, da regolamento, avrebbero dovuto rendicontare nel sito preposto, ed organizzato a questa funzione, per facilitare un miglior controllo da parte dei cittadini. Rendicontare al di fuori di questo portale per ben 9 mesi, è stato un errore, e fino a questo punto ero d'accordo con l'espulsione.
Poi ho ragionato sul secondo articolo. Ero d'accordo sull'espulsione, ma poi ho creduto che votando a favore non avrei tutelato la posizione dei due parlamentari in gioco in quel momento. Insomma, per ottenere un voto di ratifica sul portale, da parte degli iscritti, si doveva prima passare da un'assemblea congiunta tra i cittadini rappresentanti m5s Camera-Senato con voto favorevole a maggioranza, e solo successivamente da un voto sul portale. Questo, per rispetto del regolamento che era a mia conoscenza, mi ha portato ad oppormi. Il mio voto negativo è stato dovuto all'iter procedurale non seguito alla lettera, perché le regole, come mi sono sempre imposto nella mia vita, si seguono.

Poi, solo dopo aver votato, e grazie ad un confronto con un altro attivista, sono venuto a conoscenza di un altro articolo, l'articolo 18, che vi posto qui in modo che tutti possiate leggerlo:



La comprensione dell'articolo 18, che parla di sanzioni, è molto semplice, ma non lo conoscevo. Ero certo della mia posizione, perché l'iter procedurale che aveva portato alle precedenti espulsioni era sempre stato il medesimo e, quindi, per tutela verso i due parlamentari, per rispetto del regolamento e per non creare precedenti pericolosi, giovedì ho optato per il NO.

Sbagliavo, e me ne scuso.

Questo articolo ricorda che:
COSTITUISCONO COMUNQUE CAUSA DI
ESPULSIONE:
1) reiterate ed ingiustificate assenze dai lavori di Camera, Senato e del gruppo;
2) Reiterate gravi violazioni del presente statuto;
3) Mancate dimissioni dalla propria carica in caso di condanna penale, ancorché non definitiva;
4) Violazione degli obblighi assunti con la sottoscrizione del " codice di comportamento del MoVimento 5 stelle in Parlamento ".

Chiaramente l'ultima fase sarebbe comunque stata quella della richiesta di ratifica dell'espulsione agli iscritti nel portale.

Ricordate a questo punto la prima regola che vi ho posto all'attenzione all'inizio dell'articolo??

Rendicontazione spese mensili per l'attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggio) sul sito del m5s. E questo non è stato fatto, anche se nei siti personali dei due deputati le spese sono documentate. L'avrebbero dovute inserire sul sito tirendiconto.it

Questa risulta essere, quindi una violazione del punto numero 4 dell'articolo 18 del "Codice di comportamento del MoVimento 5 stelle in Parlamento ".
Essendo stato a conoscenza di questo articolo giovedì, avrei anch'io votato SI. 
Questo mi è comunque servito per conoscere al 100% il regolamento. Ignoravo completamente l'articolo 18, sulle sanzioni.


Ora passiamo alla votazione avvenuta ieri nel nostro portale.

Beppe, con un articolo molto toccante, ci ha invitato a prendere in considerazione la possibilità di affidare, a 5 parlamentari, delle funzioni che vanno oltre il cittadino parlamentare, in modo da sopperire ad un suo ridimensionamento del ruolo, in quanto ritiene di essere stanco, e che non basti più il blog, il camper e la forza di volontà per far crescere il MoVimento.

I Parlamentari presi in considerazione da Beppe sono stati 5: Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Carlo Sibilia e Carla Ruocco. Non si poteva non votare SI davanti a 5 personalità così preparate e che così tanto avevano dato al MoVimento in questi anni. Ed infatti, al contrario del giorno precedente, il mio voto è andato in direzione favorevole.

Certo, avendo potuto scegliere personalmente le 5 personalità, attraverso un inserimento personale dei 5 rappresentanti ritenuti più idonei da parte ogni iscritto al portale, e ottenendo così una lista definitiva con i 5 più votati, saremmo stati tutti ancora più contenti. Ma spero che si arrivi presto a dare totale fiducia alla rete.

Avendo potuto scegliere personalmente, il nome di Barbara Lezzi, nei miei 5 non sarebbe assolutamente mancato, ed avrei riflettuto molto anche su Alessio Villarosa e Nicola Morra.
Insomma, li avrei inseriti quasi tutti! come non pensare a: Nuti, Villarosa, Brescia, Colletti, Martelli, Morra, ecc... .

Abbiamo personalità umane dentro il nostro gruppo parlamentare davvero invidiabili, e sarebbe un peccato buttare tutto all'aria per capricci.


Tutto è partito da quest'uomo ( che ritengo un padre politico ed un esempio da imitare il meglio possibile ), e tutto dovrà continuare attraverso di lui, anche se, da una posizione che, d'ora in poi, sarà più decentrata, ma pur sempre vigile.

Ci ha costruito dal nulla una grande possibilità, non possiamo sprecarla.
Sbaglia pure lui qualche volta, è umano, il nostro compito è cercare di dare continui feedback in modo che si possa tornare indietro in caso di scelte avventate.

Ora non posso che augurare convintamente un buono, anzi buonissimo lavoro a tutto il gruppo parlamentare di Camera e Senato, ed un forte in bocca al lupo ai 5 deputati che avranno l'onere e l'onore di sostenere anche un nuovo compito.



Speriamo che da qui si possa ripartire ancora meglio di prima. Auguri a Carla, Alessandro, Carlo, Roberto e Luigi!

Chiudo con una citazione, che ho scovato a mia volta nel profilo Facebook di una bravissima grillina! credo che possa riassumere bene il momento che abbiamo vissuto e superato in questi 2, infuocatissimi giorni.

" Cambiamento significa movimento. Movimento significa frizione. Il movimento o il cambiamento, senza frizione o conflitti appartiene solo al vuoto, rappresentato da un mondo astratto che non esiste ". Cit. Saul Alinsky.

Ricordiamoci che senza Beppe e senza il MoVimento 5 stelle, tutti noi che crediamo in questo progetto, andremmo a votare tristemente scheda bianca... .

Alla prossima!
























giovedì 27 novembre 2014

M5S - TEMA COMUNICAZIONE. ECCO LE MIE IDEE A RIGUARDO

Salve gentili lettori.

Questo articolo, vorrei dedicarlo ad un tema fondamentale, che è assolutamente da rivalutare in toto da tutti i componenti del MoVimento 5 stelle. Si, avrete già capito dal titolo che, il tema di questo pezzo, sarà dedicato alla comunicazione.

Il vero fatto è che bisogna trovare un compromesso, tra gli attivisti che ritengono di dover abbandonare l'idea di informare attraverso i mezzi televisivi, e chi invece dall'esterno come dall'interno, spinge per sfruttare anche questo tramite tra i parlamentari eletti ed i cittadini italiani.
Personalmente, prima di farmi un'idea personale su uno specifico argomento, provo sempre a valutare le idee di molte persone, cercando una sintesi che mi soddisfi personalmente e che vada ad essere, il più possibile, vicino alle esigenze di tutte le parti in gioco.

Ora vi esporrò la mia idea sul tema, spero che anche voi, riusciate a ritrovarvi nelle mie idee. Buona lettura.

Io vorrei partire dal fatto cruciale, la comunicazione non è solo contenuto, purtroppo, ma è formata anche da aspetti che noi riteniamo secondari, ma in realtà, sommati tra di loro, formano un'idea definitiva su un determinato contenuto che, quasi sicuramente, risulterà essere differente in base all'andamento delle cosiddette " incognite informative ".
Cosa intendo per incognite informative? Intendo tutti quei fattori, che sommati insieme, fanno sgonfiare o gonfiare la forza del contenuto esposto.
Su questo devo dire che Beppe Grillo ha assolutamente ragione. Lui ha fatto anni di televisione, e sa bene le dinamiche televisive in mano alla regia. Risulta facile per la regia di un programma tv, gonfiare o sgonfiare il contenuto di una frase detta da un politico, attraverso tecniche televisive volte alla dispersione dell'attenzione, o al condizionamento cognitivo del telespettatore.
Sto parlando di stacchi della regia su aspetti secondari ( risatine varie, inquadrature di piedi, ginocchia, mani mosse in modo nervoso ).
Tutti questi aspetti secondari, sommati tra di loro e comparati con il contenuto esposto dal politico di turno, fanno si che l'idea trasmessa al telespettatore possa essere quanto meno " aggiustata a piacimento ".

Riflettendo sul punto di vista delle persone che nel M5S spingono per un nuovo ingresso in tv, appoggio il fatto che il mezzo televisivo, se pur in flessione costante, risulti essere uno strumento fortemente persuasivo, specie per le persone anziane che, in molti casi, lo usano anche come mezzo di compagnia.
Analizzando l'astensione dal voto sempre più in crescita ( più nei giovani, che nei pensionati ), ecco che troviamo la risposta ai risultati elettorali. 
Riuscire a far entrare dei concetti importanti nelle persone più grandi, risulta fondamentale per trovare nuovi elettori e sottrarli alle altre forze politiche.

Lo so che il nostro sogno sarebbe quello di vedere un'informazione personalizzata, individuale, ma non è così, almeno per adesso. Non tutti si informano come me andando a leggersi le proposte di legge nel sito del Senato, e chiedendo direttamente spiegazione ai parlamentari eletti col mio voto su aspetti a me poco chiari. La realtà non è questa, ma è composta da tutti gli aspetti da me precedentemente illustrati poche righe fa, riguardo all'informazione televisiva. 
Sull'informazione giornalistica non ci ritorno sopra nuovamente, in quanto avevo già dedicato un articolo ( ve lo ripropongo in questo link http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/10/informazione-controllata-analisi-e.html ).

Passiamo ora ad una serie di domande sull'informazione ed alle relative risposte sui vari temi.

1) Il MoVimento 5 stelle, fatta luce su questi aspetti, dovrebbe nuovamente andare in tv?

La mia risposta è SI, ma con assoluta moderazione, ed esclusivamente in contenitori dove sia possibile argomentare in modo serio e completo, senza battaglie personali tra schieramenti politici.
Insomma, la differenza tra i parlamentari del MoVimento 5 stelle e quelli degli altri partiti, deve rimanere assolutamente marcata, altrimenti si rischia di esser inseriti all'interno del sistema, cosa che sarebbe mortale per il nostro movimento.
I contenitori televisivi che permettono questo sono pochissimi, ma ci sono, ed i nostri parlamentari li conoscono bene.

2) Di cosa si dovrebbe parlare in televisione?

Questa è una domanda FONDAMENTALE. Si deve andare in televisione per confrontare soluzioni a determinate problematiche, in modo da far comprendere ai telespettatori la bontà delle nostre idee. Quindi bisogna andare in televisione per fare informazione. Ma non solo! 
L'altro obiettivo che bisognerà perseguire, sarà fornire ai cittadini tutti quegli strumenti di cultura parlamentare, tali da liberare i telespettatori dalla sola informazione televisiva. 
Mi spiego meglio. Dovremmo andare anche per fare CULTURA PARLAMENTARE. Rimarcare regole interne al regolamento parlamentare ( differenze tra progetto di legge, emendamento, mozione, ordine del giorno, mozione di sfiducia ), ed ancora, spiegare la funzione dei 3 poteri ( LEGISLATIVO, ESECUTIVO E GIUDIZIARIO ), spiegando l'immobilismo del Parlamento, dovuto alla potere dell'esecutivo ( Governo ) che attraverso un uso smisurato di decreti legge o legislativi, o attraverso l'utilizzo bulgaro delle questioni di fiducia, assoggettano il potere legislativo ( Parlamento ), a votare le proposte del governo, pena lo scioglimento delle Camere.
Pochissimi cittadini sanno queste cose, e chi, se non i parlamentari del m5s, potrebbero fornirle queste nozioni!!

Vi vorrei mettere a disposizione la risposta della senatrice Barbara Lezzi sul tema comunicazione. Stimo molto la Lezzi, per il suo lavoro parlamentare, i suoi interventi sempre diretti, e per la sua disponibilità a chiarirmi dei dubbi, che ho avuto in questi due anni su determinate tematiche parlamentari.

Ascoltate...


Credo che la sintesi della Lezzi sia un punto d'incontro per tutti gli attivisti del MoVimento 5 stelle.
Andare in tv con moderazione, esclusivamente quando si hanno informazioni interessanti da fornire alla cittadinanza, e solo in programmi liberi che permettano un'uniformità di trattamento tra rappresentanti di vari schieramenti. 

In più, come ricordava Alessandro Di Battista, in un suo post scritto nella sua pagina Facebook, quando ci saranno le occasioni, non solo per rappresentare, ma anche per aiutare materialmente, fuori dal Parlamento, i cittadini in difficoltà, ecco che il MoVimento dovrà farsi trovare pronto, per ritrovare quella forma iniziale che ha contraddistinto la nostra nascita. Il MoVimento deve essere uno strumento a disposizione di tematiche territoriali.
Tutto questo, a patto che, nei momenti fondamentali, si ritorni a fare opposizione intransigente dentro il Parlamento, per smascherare ( come abbiamo fatto egregiamente in questi 2 anni ) le proposte non certo fantastiche, dell'esecutivo o dalle forze di maggioranza.

L'ultimo aspetto vorrei dedicarlo al blog.

Il MoVimento 5 stelle è nato nel blog di Beppe Grillo, questo possiamo affermarlo tutti senza nessun dubbio. All'interno di esso ci siamo informati, ed è cominciato il percorso nei vari territori che, nel 2009, portò alla fondazione del MoVimento. Credo che Beppe debba decidere bene come utilizzare il blog. Continuare ad utilizzarlo in modo sia personale e sia legato al MoVimento, oppure legarlo ancora di più alle tematiche parlamentari, dando ancora più spazio alla voce degli eletti. In questo modo si eviterebbero delle uscite che, talvolta, hanno fatto storcere il naso a qualcuno. Più contenuto approfonditamente informativo sarebbe il metodo giusto per rinnovare, anche nel blog, la nostra comunicazione.

Ho detto ormai tutto. Credo che l'accordo all'interno dell'assemblea dei parlamentari m5s, sulle tematiche da trattare, sui parlamentari da mandare talvolta in tv, debba essere utilizzata in modo perfetto. Altrimenti nascerebbero dissidi su comparse televisive non votate o non sostenute dall'assemblea.

Ps. Vi consiglio vivamente di informarvi attraverso le pagine dei parlamentari, è molto importante!!

Vi ringrazio, alla prossima.







mercoledì 26 novembre 2014

JOBS ACT - E' PASSATA LA LEGGE DELEGA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI...

Salve gentili lettori.

Questo articolo lo dedicherò al tema della giornata, ovvero l'approvazione, alla Camera dei Deputati, della legge delega sulla riforma del lavoro del governo Renzi, il famigerato JOBS ACT.
Del contenuto di questa riforma del lavoro ne abbiamo parlato un po' tutti in queste settimane, quindi cercherò di riepilogare il tutto, per dare un quadro generale chiaro..

Il contenuto del JOBS ACT ormai lo conosciamo, si tratta di una riforma del mercato del lavoro, volta alla precarizzazione dello stesso, dovuta ad un insieme di diritti che verranno a mancare dopo la definitiva approvazione.

Vado più nel dettaglio:

1) svuotamento dell'art.18 della legge 300 del 1970, che tutelava i lavoratori subordinati, dai licenziamenti senza giusta causa, obbligando il datore di lavoro a riassegnare al dipendente il suo posto in azienda;
2) Videosorveglianza continua del lavoratore durante le ore lavorative; qui si tratta di una mancanza di rispetto verso la dignità del lavoratore, e verso la sua libertà di uomo.
3) Il datore di lavoro potrà con contratto a tempo determinato non apponendo la causale, ovvero il motivo per cui assume. Questo contratto, potrà essere prorogato per ben 5 volte nell'arco di 36 mesi e rinnovato un numero infinito di volte.

Insomma diventeremo precari perenni, e cammineremo ogni giorno su un filo sottilissimo che ci legherà ad un contratto da super precario. Addio progetti per il futuro, addio casa, addio mutuo ( ma quale banca ci darebbe mai un mutuo con un contratto del genere!! ). Ragionateci, si!! 

Il Parlamento, ormai, si è trasformato in un organo senza potere, ed a dimostrazione di questo è avvenuta oggi, dove il Parlamento è riuscito ad approvare una delega al governo su un tema così importante come la riforma del mercato del lavoro! pazzesco.
Questa volta non è servito neppure inserire la questione di fiducia per far passare la delega parlamentare al governo, ma al Senato, probabilmente, potrebbe essercene bisogno, a protezione di scherzetti interni al PD... .

L'abolizione dell'articolo 18, come ricordato oggi dal deputato del MoVimento 5 stelle, Alessandro Di Battista, è solo un piccolo tassello, di progetto molto più grande, che andrebbe ad assoggettare completamente i lavoratori dipendenti, attraverso lo svuotamento dei loro diritti.

Oggi, quasi tutti i parlamentari di opposizione  (quella seria o accettabile intendo ) hanno provato a far saltare il numero legale, per non far approvare la legge delega. Con quest'obiettivo, il MoVimento 5 stelle ha abbandonato l'aula, insieme ad altri parlamentari di altre forze politiche d'opposizione. Ma questo non è bastato.
La minoranza PD aveva in mano il destino di una riforma che non ha assolutamente nulla delle ideologie di sinistra vicino ai lavoratori subordinati. Sembra paradossale, ma proprio la forza di centrosinistra ha prodotto una riforma che va contro le sue stesse prerogative.
Prerogative esclusivamente di facciata, ormai lo sappiamo, ma pur sempre ideologie alla quale gli elettori del PD si appigliano dentro il seggio elettorale, senza rendersi conto che non c'è più nulla di quell'ideologia nel partito di centrosinistra odierno.
Le opposizioni sono uscite dall'aula (m5s, Lega, FI e 40 del PD), come vi avevo anticipato prima, i presenti in aula a questo punto erano 327. Sarebbe bastato pochissimo per far saltare il numero legale (316) ed invece ci sono stati i furbi di turno che rimanendo in aula a votare no, hanno convalidato la votazione...pazzesco!!

Lo sapete ormai, ci porteranno a lavorare per stipendi sempre più bassi, al fine di abbassare i costi del lavoro svalutando i salari per riprendere competitività. E' l'opzione B, l'unica attuabile in Italia, dato che stiamo usando una moneta a tutti gli effetti " estera " e quindi non possiamo svalutare il cambio.

Stiamo diventando esattamente come i lavoratori greci cari connazionali...

Oggi in Parlamento ho sentito bisbigliare addirittura una frase pazzesca " In altri paesi la gente sceglie di lavorare per stipendi ben più bassi di quelli che noi riteniamo ingiusti ". Facile parlare dopo aver preso per 30 anni stipendi pubblici da politico...pazzesco!!

L'm5s ha presentato diversi emendamenti, tra cui l'inserimento nel testo normativo del JOBS ACT delle prerogative interne all'articolo 18 della legge 300 del 1970, al fine di ripristinare il diritto del lavoratore subordinato, ma è stato bocciato; abbiamo proposto una tutela maggiore per le persone aventi handicap, per un inserimento lavorativo facilitato dei cittadini interni alle liste protette.....nulla;
e poi, dopo la bocciatura dell'emendamento m5s che ha provato a proporre l'eliminazione della videosorveglianza per i lavoratori, guardate un po' cos'è successo...


Pare che i politici della maggioranza non si sentano lavoratori videosorvegliabili... è troppo facile così, però!!

Questa riforma del lavoro, potrebbe risultare addirittura incostituzionale, staremo a vedere...intanto pare che, l'approvazione definitiva al Senato della Repubblica, dovrebbe avvenire entro il 9 dicembre, ma speriamo si riesca ancora a far saltare la riforma.

Teniamo duro, alla prossima!

martedì 25 novembre 2014

ELEZIONI REGIONALI - RAGIONIAMO SUL RISULTATO DELLE VOTAZIONI

Salve gentili lettori.

Questo articolo lo dedicherò ad un'analisi personale delle elezioni regionali tenutasi, questo fine settimana, nelle regioni di Calabria ed Emilia - Romagna.
Ad essere sincero, non sono granché spaventato dal risultato di queste elezioni, ed anzi, mi ritengo parzialmente soddisfatto.
Sabato, il giorno precedente all'apertura delle urne, scrissi una previsione, dando il M5s al 6% in Calabria (con un ps. grosso come una casa " IN CASO DI MIRACOLO ") ed al 15% in Emilia - Romagna.
Ed effettivamente, realtà dei fatti non si è discostata troppo da questi dati.
Per comprendere la vera strada che hanno scelto i cittadini, dovremo fare un confronto fra i dati delle ultime elezioni regionali (2010) e quelle di domenica, analizzando così le variazioni di voto, sia da un punto di vista partecipativo, e sia da un punto di vista assoluto. 

Buona lettura!

Partiamo dall'Emilia - Romagna.

Non c'è dubbio, il partito che chi ha vinto queste elezioni, in termini percentuali, è stato sicuramente il PD, ed anche la Lega ha fatto un bel colpo. Hanno deluso, invece, Forza Italia ed, in parte il MoVimento 5 stelle. Questa è l'analisi classica, che avrete sicuramente ascoltato in tutti i TG e giornali di lunedì.
In termini percentuali questo può anche essere accettabile, ma dobbiamo analizzare i voti anche sul piano assoluto, andando a tener conto della partecipazione alle urne, comparando i dati 2010, con quelli del 2014. Perfetto, quindi, partiamo con l'analisi.

Comparando i dati del 2010 con quelli del 2014, scopriamo una verità inquietante. Il partito dell'astensione è il partito con più sostegno. Qui si tratta di riflettere nuovamente su cosa sia una democrazia rappresentativa se, come sembra, la rappresentanza non pare esserci più per più del 60% degli emiliano-romagnoli.
Considerando questi dati, comunque, scopriamo che, al contrario di quello che ci offrono le le percentuali, i dati non siano molto incoraggianti per i partiti tradizionali.
Il PD e Forza Italia sono sprofondati nei consensi assoluti, ed anche la Lega, che pareva aver fatto il botto, a ben vedere, ha perso ben 55 mila voti in 4 anni.
Il MoVimento 5 stelle, che nel 2010 prese il 6%, oggi si attesta quasi sul 14%, con una crescita esponenziale dei consensi assoluti di poco inferiore a 33 mila voti rispetto al 2010.



Ora, esprimendo una considerazione completa sui dati, tenendo conto delle percentuali di astensione, troviamo in questo grafico la risposta ai nostri dubbi. Il 44,52% del PD si sgonfia in un normalissimo 16,77%, mentre il 5% del MoVimento 5 stelle, considerando che nel 2010 l'astensione fu comunque del 40%, dimostra stabilità, con una piccola crescita in termini assoluti. 




In Calabria i dati erano molto, molto intuibili, io mi aspettavo un 5%, con un miracolo in caso di 7%, invece ci siamo fermati al 4%. Dalle comunali a Reggio Calabria di poche settimane fa, dove c'eravamo fermati al 2%, avevamo capito benissimo l'andazzo.

Insomma, ha vinto l'astensione, ed il MoVimento 5 stelle si è dimostrato l'unico stabile sulle quote del 2010, con tendenza alla crescita sui valori assoluti.
Da parte nostra, non resta che continuare ad insistere, il cambiamento è in atto, ma è lento, molto lento. O ci si arrende, o si continua incessantemente in questo percorso avviato. 
Non abbiamo altre strade, tanto, se noi non ci occupassimo più di politica, la politica si occuperebbe comunque di noi, quindi tanto vale continuare a provarci.
I partiti classici continuano a perdere voti, e noi a guadagnarne, anche se non come ci aspetteremmo.
Sale l'astensione, e sta a noi trovare le corde giuste per far partecipare i cittadini delusi dalla politica, che hanno perso qualsiasi fiducia, anche verso il nostro cambiamento, probabilmente.

Dalle parole dei leader ( Renzi e Salvini ) pare che tutti abbiano vinto e nessuno perso, è il gioco delle parti, guardate qui...



La realtà, è che abbiamo perso tutti, come idea di popolo. Una democrazia rappresentativa, con i cittadini che non si sentono rappresentati, non ha senso di esistere.

Avete visto i dati reali, stanno galleggiando sull'astensionismo, si tratta " SOLO " di convincere le persone scettiche a buttarsi in qualcosa di sconosciuto. Di contro avranno il solito voto che li ha portati allo sfascio.

E' solo questione di tempo....a noi spetta la perseveranza, nel continuare ad insistere su questa strada fino alla fine.
Data la situazione economica italiana, di tempo ne avremo poco, purtroppo... .
Ma on scoraggiatevi, ci siamo, e ci saremo sempre di più!!

Alla prossima!
















lunedì 24 novembre 2014

ECCO COME, CON 2 VIDEO, VI SMONTO LA POLITICA ITALIANA CHE CI HA GOVERNATO PER 20 ANNI

Salve gentili lettori.

Questo articolo, a differenza dei tantissimi scritti dal sottoscritto in questi anni, sarà brevissimo. Tuttavia, sono sicuro che sarà molto, molto, significativo.

La maggior parte delle parole contenute nel percorso di comprensione di quest'articolo, almeno per questa volta, non le scriverò io, ma le ascolterete attraverso dei video storici inseriti all'interno di esso.
Con questo articolo, composto da un numero essenziale di concetti, vi smonterò il sistema politico che ci ha governato negli ultimi 20-25 anni.

Lo so, vi starete chiedendo come sarà possibile smontare un qualcosa di così grande, con un pugno di righe scritte al computer. La risposta sarà automatica, unendo i due video che vi metterò a vostra disposizione in questo articolo.

Buon divertimento!

Primo video...sicuramente avrete già visto l'intervista di Daniele Luttazzi a Marco Travaglio, del 14 marzo 2001, andata in onda su RAIDUE, nel programma satirico condotto dallo stesso Luttazzi, intitolato " Satyricon ". Tante conseguenze si sono succedute a questa fantastica intervista... 
1) L'interruzione momentanea di Satyricon;
2) La chiusura di Satyricon dopo poche puntate;
3) L'allontanamento di Luttazzi dalla RAI;
4) Un processo.... .

Ma ora, godetevi questo fantastico documento!


Intervista straordinaria!! non è vero??

Questo è un reperto che rivisito molto spesso ed al quale sono molto legato, sia per la stima che mi lega sia a Marco Travaglio ( per il suo coraggio, sincerità e libertà di pensiero ), sia a Daniele Luttazzi ( per la sua genialità satirica, e per il coraggio nel dare spazio a Travaglio in quella specifica occasione ).

Subito dopo aver visionato quest'intervista, che ci ha dato una posizione ben definita sul centrodestra, passiamo all'altra parte della politica italiana dell'ultimo ventennio, ovvero il centrosinistra. 

Bene! ora leghiamo, attraverso lo stesso filo logico dell'intervista di Luttazzi a Travaglio, questa dichiarazione di Violante (PD), avvenuta alla Camera dei Deputati nel 2003, in pieno governo Berlusconi. 

Non lo so se la maggior parte di voi conosca quest'intervento.
Qualora questo video per voi fosse nuovo, credo che potrebbe cambiare la visione globale della politica italiana, specie se vi trovaste ancora intrappolati nella ragnatela del PD.

Ecco le dichiarazioni di Violante sull'attività dei governi precedenti di centrosinistra, risultati proficui per l'impianto imprenditoriale di Berlusconi.


Lascia davvero a bocca aperta!! com'è possibile che il centrosinistra abbia svuotato il sacco addirittura in Parlamento?? Io avevo solo 10 anni, ma conosco benissimo quest'intervento. 
Non sono convinto che la maggior parte degli elettori del centrosinistra possa dire la stessa cosa... .

Ora, unendo i puntini, possiamo senza problemi affermare che, l'opposizione del centrosinistra all'impero di Berlusconi ( se mai ci sia realmente stata, viste le parole di Violante ), sia stata esclusivamente una mera facciata.

Spero che questo articolo vi sia servito ad aprire gli occhi!! non avremo ancora molto tempo per svegliarci cari connazionali....è l'ora di tirarci tutti una bella secchiata d'acqua, che ci risvegli dal sonno perenne. 

Io nel mio piccolo, sto cercando da anni di far girare informazioni; nelle istituzioni il MoVimento 5 stelle sta combattendo contro un sistema duro da scardinare. E' l'ora di spegnere quella tv, studiarsi le regole del gioco ( regolamento parlamentare ) e cercarsi le informazioni personalmente. 

Chi non conosce il regolamento parlamentare, non può capire il sistema... .

Ma cos'è la destra? Cos'è la sinistra???


Spero, con questo articolo, di avervi fatto capire che non c'è differenza tra destra e sinistra...

Alla prossima!

venerdì 21 novembre 2014

EURO - L'ESPORTATORE E' VIRTUOSO MENTRE L'IMPORTATORE E' FANNULLONE...

Salve gentili lettori!

In questo articolo, che risulterà essere l'ultimo della settimana, vorrei riprendere nuovamente il filo logico che sto seguendo nella maggior parte dei miei articoli, da ormai due settimane. Quindi, riprendiamo nuovamente a trattare ed a discutere il tema Euro, concentrandoci, questa volta, su un aspetto che ancora non avevo avuto il tempo di valutare precedentemente.

Vorrei considerare l'Eurozona nel suo complesso, per vedere le situazioni macroeconomiche che si sono create, ed hanno portato ad un crollo profondo nella fiducia della popolazione europea verso le politiche comunitarie ( per informazioni specifiche, concentrarsi sul dato d'astensione alle ultime europee...). Lo so, l'UE e l'Eurozona sono due concetti differenti, ma non si discostano troppo nei temi macroeconomici ( fatta eccezione per la moneta degli Stati UE non aderenti all'Eurozona ).

Buona lettura.

Partiamo dalle dichiarazioni di Draghi, in risposta ad un deputato del MoVimento 5 stelle, in un'audizione avvenuta in una commissione del Parlamento Europeo.


Devo dire che, sentire da Draghi un'affermazione così forte, tesa all'irreversibilità dell'Euro, mi ha fatto gelare il sangue inizialmente. Insomma, in democrazia non c'è nulla d'irreversibile, perché tutte le scelte possono esser messe in discussione in qualsiasi momento, in base al potere popolare, o di delegati popolari, all'interno delle istituzioni nazionali e comunitarie. Sentire Draghi parlare di irreversibilità dell'Euro, sapendo che nessun italiano avesse, precedentemente all'ingresso nell'Euro, avuto il potere di dire la sua rispetto a questa tematica, non è che mi sia piaciuto troppo. 
Successivamente, però, ha parlato anche della possibilità di ogni Stato di uscire dalla moneta unica, qualora vi fossero le condizioni interne tali da permettere questa scelta all'interno delle istituzioni statali. 
Ecco, questo mi ha leggermente riportato sulla Terra, dopo aver provato, solo pochi secondi prima, un fortissimo sconforto.

Detto questo, passiamo al tema specifico dell'articolo, che vuole trattare l'Eurozona come un sistema per verificarne le falle che si sono create negli anni successivi alla sua nascita.

Se andassimo a verificare i dati sull'Eurozona, ci renderemmo conto che, al netto, essa si dimostra essere un sistema macroeconomico chiuso. Il P.I.L. comparato dell'Eurozona, al netto d'importazioni ed esportazioni, segna, nell'ultimo trimestre, un misero segno + dello 0,2%. Questo tende a dimostrarci che, il sistema si basa su una lotta interna tra gli Stati membri a colpi di riforme del mercato del lavoro, tali da precarizzare i diritti dei lavoratori, per abbassare i costi di produzione ed essere più competitivi rispetto alla concorrenza interna alla stessa Eurozona. 
La favoletta della cooperazione per sfidare macro potenze come U.S.A e Cina, era solo una stupida storiella. Ed ha funzionato davvero benissimo come ninna - nanna.


La verità, è che il nostro sistema è un sistema chiuso, dove chi riesce a prendere il sopravvento sugli altri, alza le proprie esportazioni ( produce di più, vende merci ed acquisisce moneta nel suo sistema nazionale ), mentre chi soccombe, troverà più vantaggioso comprare dall'estero ( importando beni ed avendo un flusso in uscita di moneta ). Questo sistema, nel lungo periodo, ha creato una super potenza ( Germania ), che ha assorbito il mercato interno degli altri Stati dell'Eurozona, ed ha piazzato le proprie merci in questi Stati periferici ( specie nei famigerati PIIGS ), gonfiandosi di flussi di moneta, mentre gli altri Stati importatori hanno visto, di contro, l'uscita di capitali e la desertificazione produttiva.

Si è formata la battaglia a chi esporta di più, come se l'esportatore fosse il buono della situazione, mentre l'importatore giocasse il ruolo del fannullone che non segue le regole e soccombe.
Ma ora vi pongo una domanda: secondo voi, senza un importatore, l'esportatore dove piazzerebbe le sue merci??

Molto semplicemente, non potrebbe piazzarle. L'economia è un gioco con almeno due parti, la legge della domanda e dell'offerta parla chiarissimo.

Quindi, io non trovo molto cooperante al suo interno, un sistema chiuso che si basa sulla perdita di diritti dei lavoratori, volto ad un solo, unico, obiettivo: TIRARSI GRANDI CAZZOTTI A VICENDA, PER VEDERE CHI E' IL PIU' BRAVO, NON A VINCERE, MA A RIMANERE SU PIU' A LUNGO DEGLI ALTRI COMPETITOR. 
Il giochino strano è che il più bravo della situazione ( Germania, in questo caso ) non se la passa benissimo, infatti, come crescita, risulta essere all'undicesimo posto tra le nazioni dell'Eurozona. Il periodo dell'analisi parte dal 2008, in poi. 
Tuttavia, molto semplicemente, sarà l'ultima ad andare k.o, in questo contorto e stupidissimo insieme di scontri di pugilato tra soggetti apparentemente cooperanti.

Pensateci, se il nostro è un sistema chiuso ( al netto! certo esportiamo, ma se esportiamo esattamente quanto importiamo, il giochino vale quasi 0 ), e la capogruppo ( Germania ) basa le sue esportazioni sulle importazioni dei PIIGS ( Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, e direi d'inserire ormai anche la Francia ) arriverà ( e siamo prossimi a questa situazione ), il momento nella quale la desertificazione produttiva, creata da questa gara a chi è più bravo, non renderà più conveniente agli Stati in crisi importare dai tedeschi. Al quel punto, anche i tedeschi crolleranno ( ed i primi dati si stanno cominciando a vedere ), vedendo soccombere i loro mercati di sbocco.

QUESTA, E' LA GRANDE U.E. DELLA COOPERAZIONE...FANTASTICA, NON E' VERO??

Spero di esser stato chiaro. 

Alla prossima!


mercoledì 19 novembre 2014

ADDIO ARTICOLO 18 - TI AVEVAMO VOLUTO TANTO BENE, STATO SOCIALE

Salve gentili lettori!

Questo sarà un articolo breve, ma doloroso.

La notizia appresa nella tarda serata di ieri era nell'aria ormai da qualche settimana, ed ora il fatto è stato compiuto realmente. L'articolo 18 è stato, si può dire, abolito, anche se è meglio fermarsi con le parole " svuotato del suo significato e fine " .
Purtroppo questa è la cruda realtà, in quanto, in commissione lavoro, nella serata di ieri, è stato approvato l'emendamento presentato dal governo Renzi sul tema. Attraverso l'approvazione di questo emendamento, d'ora in avanti, con forza ufficiale ed irreversibile, articolo 18 della legge 300 del 1970 non avrà più potere. D'ora in avanti, tutti i nuovi assunti, qualora dovessero essere licenziati senza giusta causa, non avranno più il diritto di essere reintegrati in organico.

Questa è una sconfitta incredibile per i lavoratori dipendenti, che con lotte incredibili avevano, 44 anni fa, raggiunto il diritto attraverso l'approvazione della legge sopra citata.
Il governo Renzi è riuscito dove la riforma Fornero riuscì solamente in parte. D'ora in avanti, del vecchio articolo 18, non rimarrà nulla nella sostanza. A sostituirlo, solamente un insieme di parole in politichese antico, dalla forza pressoché nulla.


" Escludendo per i licenziamenti economici la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori, e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l'impugnazione del licenziamento ".

La sostanza è formata da macigni pesantissimi contro i diritti acquisiti dei lavoratori, e da parole vuote di significato a loro protezione. Il lavoro è dignità, non solo reddito. Questo forse i politicanti della maggioranza non lo sanno.

Date pure l'addio allo Stato sociale, alla sinistra vicina ai lavoratori dipendenti. Hanno vinto, dove pure Monti e Berlusconi fallirono ( o non pensarono neppure di arrivare ). La rabbia è che si voti per partito preso, come se si stesse tifando una squadra di calcio, e non ci si accorge delle pugnalate che, talvolta, nel tempo, quelli che noi ritenevamo amici, ci hanno inflitto senza pietà.

Sarà forse la scarsa voglia di informarsi, la scarsa fiducia verso il nuovo, la paura di buttarsi nel vuoto. Fatto sta, che proprio da un governo di maggioranza centro-sinistra, avete trovato la peggiore delle pugnalate. Che sconfitta per le lotte, talvolta sanguinarie, che portarono all'acquisizione di questo diritto sacrosanto.

Ora, a noi giovani, rimarrà un articoletto vuoto di significato, che ha trasformato, con un tratto di penna, anni di scioperi, lotte, e talvolta sangue delle generazioni precedenti.

A nulla è servita la battaglia intransigente del M5S in commissione lavoro. Quando si è in minoranza, e la maggioranza risulta essere mascherata di sentimenti ed emozioni, una discussione ed un voto, si trasformano in un mero atto di formalità. Un pulsante schiacciato, una mano alzata, e via anni di lotte in pochi attimi.
Mi ripeto sempre che sto solo sognando, ma ogni giorno mi ritrovo qui a scrivere altre informazioni per condividerle con chi non ha voglia di andarsele a scovare. Non voglio ripetere la mia solita pappardella dell'informazione, ma un'ultima cosa vorrei scriverla: spero che, un giorno, l'articolo 18 possa essere reintrodotto, da un governo del m5s.

Per riavere questi diritti, ora dovremmo nuovamente lottare come 44 anni fa, per toglierli nuovamente, una volta acquisiti, basteranno nuovamente un paio di secondi.

La conquista di un diritto è faticosa come una scalata al 20% di pendenza, la perdita di un diritto è veloce come una discesa al 20%.

Ora gustatevi le parole di Renzi sull'articolo 18, era il 2012...


Quando capirete che nel 99% dei casi, le sue parole non sono credibili, sarà troppo tardi...

Alla prossima.

martedì 18 novembre 2014

GOVERNO RENZI - MA I DEBITI DELLA P.A. ALLE IMPRESE SONO STATI SALDATI???

Salve gentili lettori!
Questo articolo, lo vorrei dedicare ad un tema molto serio, che blocca in parte l'economia italiana, e che colpisce gli imprenditori e, quindi, mette a serissimo rischio l'impianto imprenditoriale del nostro paese, facendo vacillare tantissimi posti di lavoro (come se non bastasse la disoccupazione record).
Il tema che tratterò sarà lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese creditrici.

Spero che l'articolo risulti chiaro e di semplice comprensione. Buona lettura.

Cominciamo con la tecnica semplicissima che avevo spiegato in questo articolo sull'informazione (ecco il link http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/10/informazione-controllata-analisi-e.html), vi avevo consigliato di non seguire le informazioni giornalmente, ma di prendere in esame una sola informazione, nel suo sviluppo temporale, in modo da mettere insieme i pezzettini del puzzle mano a mano che il tema va sviluppandosi.
Semplicissimo, no? In questo modo sarà automatico avere una visione chiara sull'argomento specifico.
Ricordate le parole di Renzi appena arrivato al governo ad inizio 2014? In caso non vi ricordiate più nulla, vi schiarirò nuovamente le idee.
Eh si, perché è l'ora di finirla con gli annunci slogan nei salotti televisivi o attraverso fantomatici messaggi su twitter, che fanno sembrare il messaggio di Renzi come un fatto già compiuto e portato a conclusione nel suo iter parlamentare.

Ascoltate le sue parole, era il 24 febbraio 2014.


Che bello risentirle, vero?? Ammetto che quel discorso mi piacque molto. Coraggioso, sicuro di se, ma solo apparentemente, solo di facciata. Fu un discorso da " Non vendo sogni, ma solide realtà ". Tuttavia, col senno di poi, ci basta invertire l'ordine degli addendi, ed il risultato, se ci pensiamo bene, non cambierebbe davvero. Ma chi di voi, ascoltando quel discorso poteva realmente credere a quelle parole??? Ma sulle tecniche di persuasione di massa dedicherò un articolo nel prossimo futuro. 

Ora torniamo a noi.

Era il 24 febbraio 2014, e Renzi promise lo sblocco immediato e totale dei 68 miliardi di debito che lo Stato ha con le imprese private. Precedentemente 22 miliardi erano già stati impegnati a questo scopo dal governo Letta ed i restanti 68 Renzi li avrebbe dovuti elargire entro luglio 2014.
Ecco la sua dichiarazione del 11 marzo 2014:«sblocco immediato e totale dei debiti della Pa.: 22 miliardi già pagati e 68 miliardi totali che pagheremo entro luglio».  Fonte: Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/8pIzb
Col senno di poi, sappiamo come andò a finire. Entro luglio 2014, non furono sbloccati i soldi necessari a saldare il debito e si dovette, quindi, rimandare.

Arriviamo ora in un luogo speciale, anzi magico. Sto parlando del salotto di " Porta a porta ". Confronto serratissimo ( sono ironico ), tra Vespa e Renzi...sentite un po'


Ed eccoci qua, finalmente, al 21 settembre 2014 (giorno di San Matteo...).

Secondo voi, il governo Renzi, è realmente riuscito a sbloccare la liquidità tale da poter saldare il debito mandando il " povero " Vespa in pellegrinaggio a Monte Senario??? Eh no!! neppure San Matteo ha dato una mano al renzino... .
Secondo me sarà sicuramente stata colpa di Vespa che avrà gufato contro il governo di Matteo Renzi per non farsi una faticosissima camminata...

Fatto sta, che a forza di rinvii, ancora oggi, 17/11/2014, i debiti della PA verso gli imprenditori restano tali, ed il governo ha sbloccato solo 30 miliardi circa.
Renzi si prende tutti i meriti di questi 30 miliardi, ma la realtà è che 22 miliardi furono sbloccati dall'esecutivo Letta, e solo 8 da quello Renzi... .
La media mensile elargita alle imprese dall'esecutivo Letta era pari a 2,8 miliardi, mentre quella del governo Renzi si ferma a 1,1 miliardi...

Vi chiedo quindi di dare il giusto peso alle parole di Renzi, ed andarvi a controllare come stiano realmente le cose, verificando i dati. 

Ps. Chiedo al governo Renzi, di presentare i decreti attuativi che permettano finalmente di attuare le proposte m5s (già approvate in Parlamento) che permetteranno la compensazione tra crediti e debiti tra imprese e P.A., e lo sblocco del fondo di micro-credito alle piccole e medie imprese (dove il m5s versa le eccedenze dei propri stipendi dall'inizio della legislatura).

Pps. Il decreto attuativo per la compensazione dei crediti delle imprese verso lo Stato, fortunatamente ,è arrivato!! e pare che riusciremo a rendere valida questa proposta anche per l'anno prossimo, inserendo il tutto in legge di stabilità tramite emendamento! Vamosss!!

Alla prossima!!


lunedì 17 novembre 2014

L'EURO E' UN SISTEMA DI DEBITO, PER QUESTO E' INSOSTENIBILE

Salve gentili lettori.

In questo articolo vorrei continuare il percorso informativo sulla tematica Euro, come ho già cominciato a fare da circa due settimane nel mio blog personale.
Nello specifico, è arrivato il momento di addentrarci nelle tematiche interne al sistema di emissione della moneta Euro. Sinceramente credo che moltissime persone in Italia ignorino completamente il metodo di emissione della moneta che stiamo utilizzando, credendo che essa sia comunque di proprietà degli Stati aderenti al sistema UE. Purtroppo non è così, e con questo articolo proverò a spiegarvi il funzionamento dell'Euro.

Buona lettura.

Partiamo da un dato fondamentale: il bilancio dell'Italia è in avanzo primario. Eh si cari lettori, al netto degli interessi che l'Italia paga sul debito pubblico, il nostro Stato risulta essere in attivo. Cosa significa questo? Significa che la differenza tra entrate ed uscite nel bilancio del nostro Stato, da come risultato finale un segno positivo. Questo è l'avanzo primario. Qualora non avessimo il fardello degli interessi sul debito da pagare, l'Italia non vedrebbe aumentare di anno in anno il suo debito. Mondo dei sogni?

Aspettate, andiamo per gradi.

Dall'arrivo della crisi economica scoppiata negli USA nel 2006, ed arrivata in Europa, e quindi anche in Italia, nel 2008, l'Italia ha visto progressivamente aumentare il suo debito pubblico, che negli anni precedenti alla crisi stava scendendo con un ritmo accettabile, anche se non in modo gigante come successo in Spagna.
Rimettendo insieme i dati, quindi, scopriamo che l'Italia è in avanzo primario da anni, ma vede il suo debito pubblico salire progressivamente da 6 anni.
Questo è chiaramente un sistema perverso, ed è dovuto alla modalità di approvvigionamento di moneta degli Stati aventi come moneta l'Euro.

Vedrete che il sistema non sarà difficile da comprendere.

Molto semplicemente, gli Euro che vengono emessi dalla Banca Centrale Europea (BCE) non sono di proprietà degli Stati UE aderenti all'Euro, perché essa non è una banca pubblica, ma è una BANCA PRIVATA. All'interno della BCE vi sono tutte le banche degli Stati aderenti, che detengono le quote azionarie della stessa. Forse non lo sapete, ma la Banca d'Italia, così come la Bundesbank tedesca, e le altre banche degli Stati, non appartengono allo Stato, ma appartengo a fondazioni private (banche private, assicurazioni, ecc).
Ci troviamo quindi con una Banca Centrale Europea di proprietà privata, controllata dalle banche centrali degli Stati aderenti, anch'esse di proprietà di soggetti privati. Nulla di pubblico, nulla!

Cos'è successo con l'Euro? E' successo che lo Stato ha ceduto la sua potestà di stampare moneta, cedendola alla BCE.
La BCE, come detto in precedenza, stampa Euro, e gli Stati aderenti all'Eurozona, per approvvigionarsi della moneta, devono emettere titoli di Stato (ovvero titoli di debito). Cosa succede quindi? Succede che, emettendo titoli di debito, lo Stato acquisisce la moneta, ma si impegna a restituire il capitale più gli interessi al soggetto acquirente.
Quindi, l'Euro è di per se un debito, perché ad ogni banconota, corrisponde un titolo di debito che è il meccanismo per approvvigionarsi di questa moneta.

Esempio semplicissimo, forse banale: spiegatemi, come fa uno Stato ad approvvigionarsi di 100 Euro emettendo un titolo del valore di 100 Euro al quale corrisponde un tasso d'interesse (ovvero il profitto del creditore dello Stato) ?
Per ogni 100 Euro presenti nel circolo, ci sarà un debito pari a 100 Euro + interessi (ovvero 100 Euro di capitale + profitto del creditore).
Questo costringe gli Stati a pagare gli interessi attraverso il prelievo forzoso usando imposizioni fiscali pesanti (in Italia al 65%) e prosciugando i risparmi privati.
Gli Stati che riescono a stare in piedi sono quelli che per approvvigionarsi di moneta emettendo un titolo di debito, riescono a piazzare nel mercato il loro titolo con un tasso d'interesse minore (es. Germania che per qualche anno ha piazzato i suoi BUND a tasso quasi nullo).
L'Italia, specie nel 2011, prima dell'arrivo di Monti, ha visto schizzare lo spread con i titoli tedeschi (SPREAD = differenziale tra il tasso d'interesse pagato da Germania e Italia per piazzare i loro titoli di debito). Chi paga meno interessi regge, chi ne paga di più soccombe e crea più debito, alla quale corrisponde un aumento di interessi sullo stesso.

L'Euro è una spirale pazza, ed anche a forza di tagli alla spesa (austerity), l'Italia non potrà mai fermare questo circolo vizioso, il debito continuerà ad aumentare ed a questo corrisponderà sempre più capitale da dover destinare al pagamento degli interessi sul debito.

Nel 2011 la Germania piazzava i suoi BUND quasi a tasso 0, mentre noi piazzavamo i nostri titoli quasi al 7%. Per ogni 100 Euro, creavamo nuovo debito per 107 Euro (capitale 100 + 7 profitto del creditore).

Questa speculazione sullo spread fu piazzata per far saltare in governo in carica (non che io sostenga Berlusconi, anzi, per nulla), e piazzare prima Monti, poi Letta ed ora Renzi, nessuno dei 3 eletto dal popolo.
Ora il differenziale sui titoli tedeschi ed italiani è sceso da 150-160 punti, perché è salito il tasso d'interesse pagato dai tedeschi, ed i nostri si sono fortunatamente assestati. Ma il debito sale, sale, sale, e continuerà a salire qualunque sia il taglio fatto alle spese.

Lo Stato taglia su sanità, istruzione, manutenzione del territorio, investimenti produttivi, alza le imposte per aumentare il gettito fiscale, per restare in avanzo primario e cercare di rimanere a galla, ma questo giochino ormai è alla frutta, dato che l'economia dello Stato è in flessione da anni ormai.
Pagare più di 80 miliardi di Euro all'anno d'interessi sul debito non è più possibile, se si continuerà a rimanere in questo sistema dell'Euro.


Spero di essermi riuscito a spiegare bene!

Alla prossima!!




mercoledì 12 novembre 2014

EURO - CRISI ITALIANA - SI POTREBBE NON PAGARE IL DEBITO?

Salve gentili lettori!

In questo articolo, che sarà strettamente legato a quelli precedenti, continuerò a trattare quello che ormai si è nuovamente trasformato nel mio personalissimo tema caldo del momento, ovvero l'Euro e le tematiche correlate.
Molto semplicemente, vorrei provare a dare una risposta ad una specifica domanda, che tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti arrivando a parlare delle difficoltà dello Stato.
L'argomento è chiaro, ed è il debito pubblico.

Puntualizzazioni doverose sul legame debito pubblico - crisi economica.

Esso, con la crisi dell'Euro, centra solo fino a un certo punto, perché il debito che bisognerebbe tenere in considerazione sulla tematica eurista non è quello pubblico, ben si quello privato.
Il debito privato ( quello di apparati finanziari privati, famiglie ed imprese ) successivamente, rischia di tramutarsi in un ampliamento del debito pubblico, esclusivamente perché lo Stato, una volta verificato che il sistema privato stia per saltare per aria, si impietosisce e corre salva le banche private per non far saltare per aria l'intero sistema.
Questo sistema dell'ampliamento del debito pubblico, dovuto al salvataggio delle banche private, e quindi del capitale del sistema privato di uno Stato, mi sta benissimo, e ci mancherebbe. Pensateci, all'interno del settore privato ci sono capitali ( e quindi risparmi ) delle famiglie, faticosamente accantonati nel tempo. Tuttavia, quello che non mi sta per niente bene, è la consuetudine, ormai consolidata, di salvare le banche private con ingenti finanziamenti pubblici, lasciando il loro impianto comunque privato.

A dimostrazione di questo, ci sono i grafici del debito pubblico, che dimostrano che il nostro debito pubblico stesse scendendo prima della crisi scattata negli USA, ed arrivata in UE nel 2008. Esso ha rincominciato a salire per i soldi che lo Stato a dovuto inserire nel circuito del sistema privato, per rallentare la sua caduta, che ormai è inesorabile.

Ecco, notate come dal 2008, ma specialmente nel 2009, il debito pubblico cominci una salita vertiginosa, che oggi ci ha portato a toccare il 136% di rapporto DEFICIT/PIL. Questo perché lo Stato ha dovuto immettere liquidità nel sistema attraverso i processi prima citati. E questo successe anche in Irlanda, in Spagna ( dove il debito pubblico stava precipitando ), in Portogallo ed in Grecia dove scese in maniera lieve perché la situazione era ormai drammatica. L'aspetto carino, è che il debito privato di questi paesi, stava in tutti i casi citati salendo a dismisura. Quindi il problema non poteva essere il debito pubblico, altrimenti saremmo saltati in aria noi, non gli spagnoli e gli irlandesi.

Dopo questa introduzione doverosa, che voleva rendere chiara la mia posizione sul legame debito ( pubblico e privato ) con la crisi economica in atto, passiamo al succo dell'articolo, ovvero alla domanda classica al quale vorrei dare una risposta. Eccola:

- MA SI POTREBBE NON PAGARE IL DEBITO?

Rispondere a questo interrogativo non lo ritengo poi così difficoltoso. E vi spiego pure il perché. 
Trovandoci all'interno di un sistema capitalistico, che ha come caposaldo che gli permette di reggersi in piedi la possibilità di accedere a capitali non propri per renderli produttivi, contraendo quindi del debito ( che non è cattivo di per se ) il fallimento del mercato è un dato di fatto.
Quando uno Stato ( come una qualsiasi altra impresa ), contrae del debito, dall'altra parte ci sarà, senza ombra di dubbio, un creditore che ha messo a disposizione del capitale. E fin qui il ragionamento è tutto molto semplice. Ora, chiaramente, qualsiasi creditore, non metterà a disposizione il suo capitale gratis, ma lo farà per accumulare una rendita. La rendita da capitale è l'interesse che il debitore deve versare al creditore, oltre il capitale prestato. Insomma, molto semplicemente, l'interesse è il costo del denaro, la remunerazione del creditore.
Il tasso d'interesse sul capitale prestato, andrà di pari passo col rischio che il creditore si assume. Più alto è il tasso d'interesse, più alta sarà la rendita del capitale prestato ma, dall'altra parte, più alta sarà pure la possibilità d'insolvenza da parte del debitore.
Questo è " l'armonico " gioco capitalista.
Quindi la risposta al quesito precedente, date tutte queste informazione è, chiaramente, SI!! il debito si potrebbe non pagare.

Questo significherebbe, per l'Italia andare in default, e lasciare a mani asciutte i creditori. Fa parte del gioco, più alto è il rendimento di un investimento, più alto sarà anche il rischio dello stesso.
I nostri creditori non sono mica stupidi però, attenzione! 
Vi ricordate il periodo dove non si parlava altro che di SPREAD! SPREAD da tutte le parti. Esso è il differenziale di rendimento tra titoli di Stato, ( es. tra un titolo di debito dell'Italia, ed un titolo di debito della Germania ), anche qui, più alto è lo spread tra i due, più rischioso sarà andare ad investire su chi ha il valore più alto, ma dall'altra parte, sarà anche molto più redditizio prendersi il rischio.
Se il titolo di Stato tedesco è un bene rifugio, che offre un rendimento quasi pari a zero, quello italiano, specialmente nel periodo dove lo spread nasceva pure negli alberi ( parlo della fine del governo Berlusconi, l'inizio del governo Monti, fino ad arrivare all'inizio del governo Letta ) offriva un rendimento piuttosto allettante nei titoli a 10 anni. Il tasso d'interesse maggiorato, in questo sistema, è semplicemente il pagamento anticipato dell'uscita dall'Euro dell'Italia.
Mi spiego meglio. Anche se domani, magicamente, l'Italia dovesse uscire dall'Euro, i tassi d'interesse altissimi a cui è lo Stato ha dovuto piazzare i suoi titoli, dovremmo vederli come il dazio che stiamo pagando agli investitori esteri per la nostra uscita dal sistema.

Peccato che si continui a stare dentro questo sistema ed, oltre ad aver pagato negli anni passati, un tasso d'interesse maggiore per rendere allettanti i rendimenti dei nostri titoli, non stiamo traendo neppure i vantaggi economici che ci porterebbe un'uscita con svalutazione del cambio rispetto all'Euro ( parlo di maggiori esportazioni dovute alla convenienza del nostro cambio per gli importatori esteri e, dall'altra parte, una ripresa dei consumi di prodotti italiani, dovuti ad un aumento del prezzo dei prodotti valutati in monete che subirebbero una rivalutazione rispetto alla nostra " nuova Lira " ).
La teoria che se dichiarassimo default i vecchi creditori non verrebbero più ad investire in Italia secondo me non sta su. Gli Stati che producono le loro merci hanno interesse a non perdere un mercato importante come l'Italia, quindi continuerebbero i rapporti di scambio con noi, specialmente se ci riprendessimo la nostra sovranità monetaria. Uno Stato padrone della propria moneta, è uno Stato solvente al 100%

Oggi lo spread tra BUND tedeschi e BTP italiani è pari ad un differenziale di 152 punti, centesimo più, centesimo meno. Ormai la speculazione ha fatto pagare all'Italia il " dazio " d'uscita...

Spero di essere stato chiaro. Alla prossima! 




martedì 11 novembre 2014

EURO - L'UNIONE BANCARIA SAREBBE IL PACCO FINALE PER I PIIGS

Salve gentili lettori.

Questo articolo, che mi accingo a comporre, andrà a continuare quel percorso divulgativo sul tema Euro, iniziato in realtà più di un anno fa nel mio blog, ma poi momentaneamente fermatosi per motivi personali, in quanto decisi di fermare il mio lavoro nel blog. Ora però mi sento nuovamente pronto per riprendere un percorso che amo. L'informazione è tutto, è l'unica salvezza per un popolo altrimenti controllato dall'alto. Quindi proseguiamo questo percorso.

Nello specifico, oggi, tratterò il tema dell'unione bancaria tra gli Stati aderenti al sistema Euro. Comprendere quali potrebbero essere le conseguenze sugli Stati periferici è di fondamentale importanza per capire i giochi di potere occulti.

Quindi, le domande che dovremmo necessariamente porci, saranno le seguenti:

1) In che situazione si presenterebbe l'Italia a questo appuntamento?
2) Quali sarebbero le conseguenze?

Cerchiamo di partire insieme, con un ragionamento che, al termine dell'articolo, possa darci un'idea su queste 3, fondamentali, tematiche.

Effettivamente, ho trattato questo tema, dando un punto di vista molto più largo, in questo precedente articolo  che non ha toccato nel dettaglio le banche, ma che ha cercato di dare una visione generale sull'effetto Euro tra Germania e suoi Stati evidentemente partner ( parlo di Belgio ed Olanda ) da una parte, e resto degli Stati aventi l'Euro, dall'altra ( quindi Italia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Grecia, Francia, ecc...).

L'apprezzamento mondiale dell'Euro, che l'ha resa una moneta forte, ha fatto salire l'apprezzamento dei prodotti tedeschi, non perché essa si sia dimostrata più brava rispetto al passato ( prima dell'Euro, la Germania aveva il Marco, moneta ancora più forte rispetto all'Euro ), ma perché, avendo rinchiuso in regime di cambio cambio fisso tutti gli altri Stati, quest'ultimi, una volta visti ridursi il loro mercati, non hanno avuto una correlativa svalutazione del loro cambio, che avrebbe assorbito tali difficoltà. 
Contestualmente a queste difficoltà delle economie europee periferiche, ed ad una relativa perdita di mercato, la Germania ha cominciato a sostituire questi Stati, assorbendo le loro perdite di mercato ed esportando molto di più rispetto al passato, proprio verso gli Stati europei periferici. 
Perché questo? Perché avendo una moneta forte, se pur accompagnata da economie deboli, i cittadini degli Stati periferici hanno visto più vantaggioso importare beni dalla Germania, aumentando la domanda di beni tedeschi, rispetto a scegliere di produrre il bene all'interno del proprio Stato.

Questa procedura, in un periodo di medio termine, ha portato ad un crollo strutturale delle economie periferiche, ad una desertificazione industriale, ed ad uno spostamento del capitale interno verso il nord Europa ( Germania ), luogo più sicuro per la protezione del proprio capitale, anche se a tassi d'interesse attivo più bassi e, quindi, meno vantaggiosi.
Tale procedure sono state ribattezzate " MEZZOGIORNIFICAZIONE EUROPEA " e " GERMANIZZAZIONE DEL CAPITALE ".

Eccoci arrivati, ( dopo questa spiegazione doverosa, che in ogni articolo sull'Euro, solitamente, bisogna fornire per dare un quadro generale della situazione ) a toccare i temi specifici che vi avevo citato in apertura dell'articolo.

Date queste informazioni, sicuramente, i paesi europei periferici, tra cui l'Italia, non arriverebbero in condizioni vantaggiose a questo possibile appuntamento. Pensiamoci, il rischio sarebbe quello di dover liquidare le nostre banche, alle condizioni dettate da possibili acquirenti esteri. Ovvero, la situazione ideale per la Germania, che vedrebbe liberamente continuare la procedura precedentemente citata, che porta il capitale italiano e della periferia europea, a spostarsi verso la Germania, in quanto, tra le nostre strutture bancarie e quelle tedesche, sicuramente, quelle in grado di acquisire sarebbero le loro e non le nostre.

Ecco, quindi, le risposte alle domande precedenti:

Sicuramente la periferia europea, si presenterebbe a questo appuntamento nella posizione di vittima sacrificale della Germania, e le conseguenze sarebbero le solite, ovvero vedremmo nuovamente quote di capitale spostarsi dall'Italia alla Germania, per poi rientrare in Italia sotto forma di prestiti, creando nuovo debito privato per il nostro sistema economico.

Le scelte sono due, e da questo potrebbe dipendere il nostro futuro in caso d'uscita dall'Euro: 

- Prima opzione: liquidare le banche del nostro sistema economico-finanziario, per poi cederle ad investitori esteri ( probabilmente tedeschi ), ed aprire una spirale di nuovo indebitamento privato, che bisognerebbe controllare;
- Rendere pubbliche le nostre banche nazionalizzandole in modo da proteggere il nostro sistema economico - finanziario. 

Spero vivamente che tra le opzioni in gioco si scelga la seconda, altrimenti, pur uscendo dall'Euro, rimarremmo in balia di scelte altrui.

Alla prossima!