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giovedì 8 gennaio 2015

RENZI E LA SUA RIPARTENZA COL BOTTO - A NOVEMBRE RECORD DI DISOCCUPAZIONE RITOCCATO AL 13,4%.

Salve gentili lettori.

In questo articolo, mi troverò nuovamente, per il terzo mese consecutivo, a dover analizzare i dati dell'ISTAT. Inutile dirvi, che anche per il mese di novembre 2014, vi sia stata un'impennata della disoccupazione in Italia, nonostante tutte le belle parole atte a creare un immaginario popolare di fantastica ripartenza, spese da gran parte dei giornali e dei tg, per il governo Renzi.

I dati sono dati, ed hanno il privilegio di non poter essere distorti a piacimento, se analizzati concatenati ai dati dei mesi precedenti. 
Ed allora, noi, faremo proprio così.

Quindi, ancora una volta, buona lettura.

Per l'ennesimo mese, mi trovo a dover analizzare i dati dell'economia italiana, attraverso i dati emessi, con cadenza mensile, dall'ISTAT. Ormai, purtroppo, questo appuntamento mensile è diventato un momento triste, perché non basta sapere d'aver scritto mese per mese, che le cose non potevano che andare peggiorando. Qui si parla di vite umane in pericolo, e riuscire a comprendere il quadro completo del sistema che sta portando alla deriva l'Italia, mi rende ancora più triste di chi, non avendo ancora unito i puntini del puzzle, si vede spaesato dentro un sistema nella quale crede ancora.

Entrando nello specifico, troviamo un tasso di disoccupazione in salita rispetto al mese di ottobre 2014, con una percentuale di disoccupazione che si attesta sul 13,4%. Un dato grave, scoraggiante, in quanto, già nel mese di ottobre 2014, avevamo toccato il nostro record storico di disoccupazione, al 13,2%.
Sostanzialmente, negli ultimi mesi, siamo riusciti ad ottenere un'impennata paurosa della disoccupazione, che è partita dal 13% a settembre, per poi passare al 13,2% ad ottobre ed al 13,4% a novembre.
Tutto questo, è accaduto in un contesto informativo, nella quale il premier, Matteo Renzi, a metà agosto, annunciava una ripartenza col botto a settembre 2014. Ascoltate.



Anch'io, che non sono per nulla un economista, ma ho studiato per anni microeconomia e macroeconomia alle superiori, e poi ho dato un esame universitario di economia politica, sentendo queste affermazioni, mi feci una grassa risata, anche se amara.

Renzi, in questo momento, ha in mano una patata bollente e non sa in che modo agire per rinfrescarla e darle sollievo. Da una parte, si trova le imposizioni derivanti dall'UE, con la quale si trova costretto a giocare al duro disubbidiente con la stampa italiana, salvo poi doversi genuflettere una volta arrivato al dunque nei palazzi UE.
Sinceramente, non mi vorrei nella sua situazione. E' un Re rimasto sotto scacco, che cerca le ultime mosse disperate, prima di arrendersi ed alzare bandiera bianca. Questo è chiaro.
E' un premier mediaticamente molto scaltro che, attraverso l'appoggio della stampa italiana, riesce a svicolare i problemi primari, in tanti contenuti fumosi (economicamente parlando, ma che in realtà sono gravissimi per la democrazia), come l'Italicum, la riforma del titolo V della Costituzione, il superamento del bicameralismo perfetto.
Le dimissioni sarebbero segno, una volta tanto, di comprensione verso i dati. Ed invece no! prosegue dicendo che abbiamo imboccato ripartenze farlocche, e continuando il suo percorso di riforme costituzionali ed elettorali con Berlusconi, ed insiste modificando al ribasso le tutele ed il mercato del lavoro italiano, attraverso il JOBS ACT, creando contrasti tra pubblico e privato, in modo da avere in mano l'asso giusto per far saltare i pubblici funzionari nei prossimi mesi.
Per approfondire il tema, leggetevi quest'articolo ( http://simosamatzai1993.blogspot.it/2015/01/la-verita-sul-pubblico-impiego-il.html ).

Come si dice in questi casi, è alla frutta, ed è per questo che ritengo che a breve cercherà la strada giusta per andare ad elezioni.
Il semestre italiano di presidenza europea è stato un flop clamoroso. Doveva essere l'occasione per far ripartire l'Italia, ma si è trasformato in un nulla di fatto. Vi dice qualcosa il fatto che nessuno parli dei risultati ottenuti da Renzi in Europa??

Ritornando al tema base dell'articolo, vi invito ad osservare questo grafico (fonte: Il Fatto Quotidiano).



Un grafico spaventoso, che ci racconta, a sinistra, il valore degli occupati, in picchiata verso il basso, ed a destra, il tasso di disoccupazione, in impennata perenne.
Dati preoccupanti, specie se osserviamo gli ultimi 4 mesi, da agosto a novembre 2014. Una ripartenza col botto, dove il botto l'hanno fatto, sia gli italiani e sia il tasso di disoccupazione.

Da febbraio 2014, data dell'ingresso del governo Renzi, il tasso di disoccupazione è salito di quasi 1 punto percentuale (0,9% per la precisione), e l'impennata non pare per nulla volersi fermare.

Il tasso di disoccupazione giovanile, come se non bastasse, sale ancora, attestandosi sul 43,9%, ben 0,6% in più di ottobre 2014, e 2,4% rispetto a 12 mesi fa.
In questo momento, a sostenere l'economia italiana, vi sono 22.310.000 cittadini, aventi un lavoro a tempo determinato o indeterminato. Il dato di 8 mesi fa, però, faceva si che, la forza lavoro italiana fosse 22.387.000 unità. Una flessione di 77 mila unità in 8 mesi.

Intanto, in Germania, proprio a novembre 2014, si è toccato il tasso di disoccupazione più basso della storia. Non fatevi ingannare col fatto che abbiano la nostra stessa moneta, e quindi si possa raggiungerli modificando il nostro apparato produttivo. Niente di più sbagliato.
Per capire quello che vi sto dicendo, leggete questo articolo ( http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/11/euro-la-mezzogiornificazione-europea-e.html ).

Che dire, vedremo i dati di dicembre 2014...

Intanto posso dire di aver predetto il futuro in questo articolo, sui dati ISTAT di ottobre 2014... ( http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/12/istat-toccata-disoccupazione-record-in.html ).

Alla prossima!


                                                                                                        TO BE CONTINUED...




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