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martedì 13 gennaio 2015

STRAGI RELIGIOSE E/O STRUMENTALIZZAZIONI GEOPOLITICHE?

Salve gentili lettori.

In questo articolo, vorrei ricollegarmi ai fatti accaduti in questi giorni a Parigi, per provare a pianificare una riflessione, che passerà dall'aspetto religioso, a quello geopolitico. Impresa ardua, ma i due aspetti, come vedremo, sono connessi in modo molto stretto.

Buona lettura.

Se ci fermassimo un attimo a ragionarci sopra, ci renderemmo conto di come, ancora una volta, dopo i fatti di Parigi, ci ritroviamo davanti alla solita domanda, che tutti conosciamo bene. Sembriamo come ipnotizzati, davanti ad un film, che ha, nella sua composizione, un insieme di fotogrammi già visionati diverse volte. Insomma, chi ha un minimo di senso critico, ogni qualvolta si ritrova davanti a delle stragi riconducibili ad aspetti religiosi, si pone questa semplicissima domanda:

STRAGI RELIGIOSE E/O STRUMENTALIZZAZIONI GEOPOLITICHE?

Le religioni, come tutti sappiamo, hanno un forte potere persuasivo verso la massa popolare, e per questo, possono essere utilizzare dai poteri centrali, al fine di svicolare il fulcro dell'attenzione, verso aspetti che non hanno nulla a che fare col vero obiettivo politico che ne deriva.
Nella quasi totalità del giornalismo italiano, che si sta occupando dei fatti di Parigi, non ho visto nessuno porsi una domanda sulla veridicità del movente religioso (stupidità o servilismo?). A dire la verità, a salvare il sistema giornalistico italiano, nella fattispecie, è stato il sempre attento Giulietto Chiesa.

Ascoltate le sue parole durante la trasmissione " La Gabbia ".



Molti giornalisti, hanno ribattezzato la strage di Parigi, come l'11 settembre europeo, trovando una connessione tra i due attentati terroristici, secondo alcune incongruenze presenti in entrambi i casi.
I buchi, parrebbero davvero tanti da tappare: si va dalla carta d'identità lasciata in macchina; alle urla in nome di Allah ben intonate dai terroristi, in modo che si riconducesse l'attentato, senza se, e senza ma, ad un fattore esclusivamente religioso islamico; al superamento di tre blocchi di polizia, alla sparizione dei terroristi per tutta la sera e la ricomparsa il mattino successivo; all'automobile avente specchietti differenti (una con specchietti cromati ed una no); alla segnalazione del benzinaio (come se i terroristi fossero così ingenui da farsi riconoscere da un benzinaio, con armi ben in vista); per non parlare dell'attentato fatto proprio nella sede di un settimanale satirico, che colpiva anche l'Islam (movente perfetto).

Sbaglierò, ma questa versione mi sembra piena d'incongruenze.

Dopo questo attentato, si muoveranno tantissime pedine, sia dal punto di vista geopolitico, e sia dal punto di vista della politica interna.

Partiamo dalla seconda, che ha aspetti davvero di bassa qualità.

Dopo la strage, attribuita a soggetti vicini ad Al-Queeda, ecco che le destre estremiste, avranno facile propaganda, volta al razzismo di massa ed all'anti-islamismo. Ripeto, le religioni, sono un fattore assai favorevole per queste becere propagande.
Si parte dall'idea di Front National, dichiarata da Marine Le Pen, di un referendum per la reintroduzione della pena di morte, fino alle posizioni anti - islamiche, che chiudono al dialogo con l'Islam, espresse dalla Lega Nord.
Bisognerebbe ricordare, a chi fa propaganda in questa direzione, che l'Italia è uno Stato laico, che offre ugual trattamento al culto di ciascuna religione, rimanendo imparziale.
Se fosse vera e condivisibile la posizione espressa dalla Lega Nord, allora ciascun italiano, per obbligo di nascita, dovrebbe seguire i mantra del Cristianesimo. Fortunatamente, invece, ogni italiano, può scegliere che posizione prendere in quanto a religione, e questo fa si che nessuna religione si leghi in modo inscindibile alla cultura italiana. La religione è un fattore personale, e non culturale, altrimenti si andrebbe a confondere il reato col peccato, attenzione ( in questo specifico articolo, approfondisco bene il tema della laicità della Costituzione della Repubblica italiana http://simosamatzai1993.blogspot.it/2015/01/lo-stato-e-la-religione-il-principio-di.html ).

Le diversificazioni di trattamento, tra Islamici e Cristiani in occidente è visibile a tutti, e non bisogna avventurarsi richiamando Giordano Bruno per rendercene conto che il mondo non è come molti pensano.

Torniamo con la mente al 2011.

Il 22 luglio 2011, Anders Breivik, un fondamentalista cristiano, militante d'estrema destra, dopo aver progettato per 3 anni un attentato di distruzione islamica, sconvolse la vita di tutti i norvegesi.
Preparò una bomba, posizionandola dentro un furgone, che parcheggiò vicino al palazzo del governo norvegese. Dall'esplosione che ne scaturì, morirono 8 persone, e tantissimi edifici nel raggio di 1 km vennero distrutti o fortemente danneggiati. Successivamente, Breivik, si diresse indisturbato verso l'isola di Utoya in taxi, dove, travestito da poliziotto, noleggiò una barca con la quale arrivò all'isola. Li, appena arrivato, uccise 69 giovani militanti del partito laburista norvegese (che si trovavano li per un campus estivo), salvo poi arrendersi all'arrivo della polizia. Uccise 77 persone, e ne ferì 96, ma nessuno, quel giorno, chiese l'attuazione di politiche anti - cristiane, in Europa.
Mi sembra chiaro, nessun cristiano, sano di mente, avrebbe mai appoggiato una carneficina, quindi perché allontanare i cristiani dall'Europa? Lo stesso ragionamento, tuttavia, va fatto anche per qualsiasi altro credo religioso.
Non cascate in queste meschine metodologie di propaganda anti - islamiche, perché spesso non conoscono neppure di cosa stiano parlando, ed al contempo, neppure cosa stiano difendendo.
Ma della religione, parlerò, ancora una volta, in un prossimo articolo.

In questo documentario, troverete il racconto dei fatti, con testimonianze di ragazzi sopravvissuti al massacro dell'isola.



Ora, passiamo agli aspetti geopolitici.

Gli aspetti geopolitici, in qualsiasi " missione di pace " sono sempre molto chiari.
Le armi creano un grossissimo rigonfiamento fittizio del PIL, creando conseguentemente una ricchezza esclusivamente di facciata. Gli investimenti in armamenti, devono trovare uno sbocco, una giustificazione, e quale giustificazione migliore se non quella di portare democrazia in Stati totalitari? E' stato così in Afghanistan, Iraq, Libano, Siria, Libia...ecc. .
Tutti paesi con enormi giacimenti petroliferi da prosciugare, con l'intento di facciata di andare a creare democrazia (il che fa ridere, se studiamo la democrazia presente nelle nazioni evolute), ma con l'intenti nascosti completamente differenti.

In questi giorni, nuovamente, c'è stato un attacco terroristico in Nigeria, dove sono morte 2000 persone (poche televisioni ne hanno parlato). La Nigeria ha molto petrolio, e l'idea di una nuova missione di pace in terra africana, credo che stia serpeggiando.
Si potrebbero andare a trovare connessioni tra creazione di moventi, e conseguenze successive, ma non sono io a doverlo fare.

L'ultima cosa che vorrei dirvi, è di guardare con diffidenza il complesso informativo, perché non sempre, quello che si dice in tv e giornali, corrisponde al vero.
Esempio: questa era Parigi, con in prima fila, i leader politici europei...si sono fatti un selfie, e poi ciao! il vero corteo era, fortunatamente, molto più corposo.
Avete visto questa foto in qualche tg??? Ma direi proprio di no!



Alla prossima!



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