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lunedì 16 febbraio 2015

RIFORME COSTITUZIONALI - IL CONTENUTO, IL COLLEGAMENTO ALL'ITALICUM, E L'ULTIMA SPERANZA CHIAMATA ARTICOLO 138...

Salve gentili lettori.

Un Parlamento eletto attraverso il Porcellum (dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale), sta modificando la Costituzione attraverso un disegno di legge costituzionale e, nonostante le proteste di tutte le opposizioni (che in segno di disgusto e protesta abbandonano l'aula ad oltranza), le votazioni continuano senza chiedersi se ci sia la legittimità reale.

In queste condizioni, la maggioranza che supporta il governo Renzi sta andando a mettere mano ad una carta costituzionale votata in modo pienamente legittimo ed approvata con una larghissima maggioranza (oltre l'88%).

Cos'altro dovrebbe accadere per farvi svegliare???

Credo che, dopo tutto quello che abbiamo dovuto subire seguendo le dirette delle sedute parlamentari che stanno portando a termine il primo passaggio bicamerale delle riforme costituzionali di Renzi, dovremo tutti aprire una riflessione e verificare cosa succederà all'assetto democratico della nostra Repubblica.
Stendiamo un velo pietoso sul fatto che queste riforme siano state votate alla Camera senza la presenza delle opposizioni (e questo dovrebbe far riflettere chi di dovere sui comportamenti tenuti dalla maggioranza). Andiamo oltre alle risse tra NCD vs Lega e SEL vs PD (che hanno dato la colpa al clima acceso creato dall'opposizione ferrea del m5s), superiamo anche l'affermazione di "Donna di strada" (e non è proprio questa l'affermazione) rivolta da un deputato PD alla deputata m5s Carla Ruocco.

In questo clima dobbiamo riflettere. Tuttavia, non basterà fermarci ad un'analisi attenta, ma dovremo andare oltre, impostando delle contromisure che da cittadini italiani amanti della democrazia nella propria nazione, potremo utilizzare da fuori per mettere le pezze alle grosse falle che si apriranno a breve.

Questo articolo servirà esclusivamente ad un'analisi personale, come sempre succede per un articolo d'un blogger, ma esso vuole porsi l'obiettivo di raggiungere anche il pensiero dei lettori. Ho bisogno di feedback attivi, interni ed esterni ad iscritti e votanti del MoVimento 5 stelle.
Tutte le opposizioni dovranno unirsi in una battaglia democratica contro questa riforma.
Io, chiaramente potrei avere un punto di vista completamente errato su queste riforme, quindi, al termine della lettura vi pregherei di dirmi la vostra, in un modo appropriato e propositivo, in modo da differenziarci da chi con le cravatte al collo, sta provando a far passare una riforma del genere.

Via auguro una buona lettura.

Vorrei partire con questo intervento del Sen. Carlo Martelli del m5s. Un grandissimo intervento.


Basterebbe già questo intervento per chiarire le motivazioni che ci portano a dover rigettare questa riforma, ma voglio andare molto oltre in quest'articolo.


Lo so cari lettori, avrete sicuramente osservato la foto che ho inserito prima d'argomentare su questo tema. Non ho scelto questa foto a casaccio, ma l'ho fatto in modo molto oculato. E' un po' la sintesi della riforma costituzionale di Renzi, e con l'andar avanti della lettura, capirete il senso di questa foto all'interno del contesto che tratterò.

Cominciamo con l'obiettivo di porre un po' d'ordine in tutte queste maree di spot promozionali che hanno riempito i nostri cervelli rispetto alla tematica "RIFORME COSTITUZIONALI"

Cosa prevedono le riforme costituzionali del governo Renzi?

Sostanzialmente, le riforme che andranno a mutare la nostra carta costituzionale hanno due fini distinti ma collegati:
1) Un senso d'accentramento accentramento dei poteri all'esecutivo (il governo);
2) Un senso di svuotamento dei poteri del Parlamento nei suoi rapporti con l'esecutivo.

In definitiva, si passa dalla riforma del Parlamento, che muterà la sua forma attuale di sistema bicamerale perfetto, in un sistema apparentemente bicamerale imperfetto ma sostanzialmente monocamerale (sembra aramaico antico, ma vedrete che sarà semplice da comprendere).
La riforma costituzionale passa senza ombra di dubbio dall'Italicum, che sarà il pilastro che potrà realmente mettere in atto il sistema parlamentare che andrò ora ad illustrarvi.

                              Partiamo dal superamento del bicameralismo perfetto.

Il bicameralismo perfetto riesce a creare una serie di tutele rispetto ai poteri dell'esecutivo. Il Senato della Repubblica, essendo votato in modo differente ed avendo proporzioni diverse rispetto alla Camera dei Deputati, garantisce una proporzionalità più equilibrata, che lungo il progredire della legislatura permetteva un livellamento, che spesso faceva cadere i governi per mancanza di maggioranza.
E' un sistema che fu fortemente voluto dai padri costituenti, perché per le dimensioni del Senato della Repubblica, raggiungere i 2/3 in seconda lettura in modo da modificare la Costituzione permanente, risulta piuttosto difficile, a meno che non ci sia una grandissima condivisione di tutti gli schieramenti politici rispetto a quella riforma (che dovrebbe essere sempre lo strumento ottimale per arrivare ad una riforma costituzionale).
Inoltre, il bicameralismo perfetto da la possibilità d'un maggior controllo, in quanto ciascuna Camera può apportare modifiche al testo provenienze dall'altro ramo del Parlamento, correggendo le eventuali mancanze provenienti dall'approvazione precedente.
Queste sono le motivazioni che mi portano a difendere il nostro sistema bicamerale perfetto.
Non cadrà l'impianto bicamerale nella forma ma, con l'approvazione della riforma costituzionale del governo Renzi, cadrà il bicameralismo nella sua sostanza.

Proviamo a confrontare l'impianto attuale, con l'impianto che verrebbe a crearsi nel momento in cui questa riforma dovesse andare totalmente in porto.

Il nostro impianto repubblicano prevede un Parlamento composto da due diverse Camere, aventi ambe due le stesse identiche funzioni e gli stessi identici poteri; dicesi bicameralismo perfetto.
Abbiamo la Camera dei deputati, eletta attraverso il voto di tutti i cittadini aventi diritto, a partire dai 18 anni in su. In questa Camera possono essere eletti cittadini aventi un'età non inferiore ai 25 anni. Essa è composta da 630 deputati.
L'altro ramo del Parlamento è il Senato della Repubblica, eletto da tutti i cittadini aventi diritto di voto a partire dai 25 anni in su. In questa Camera possono essere eletti cittadini aventi un'età non inferiore ai 40 anni. Essa è composta da 315 senatori, più i senatori a vita in carica.
Unendo i due rami del Parlamento, giungiamo ad un impianto parlamentare contenente un totale di 945 parlamentari, a cui si dovranno sommare i senatori a vita in carica.

Attraverso la riforma costituzionale del governo Renzi, il bicameralismo perfetto illustrato precedentemente verrebbe superato. Ecco i motivi.
Rimarrebbe un impianto bicamerale, ma i poteri delle due Camere non sarebbero i medesimi. Si passerà quindi, ad un sistema bicamerale imperfetto (solo apparentemente, purtroppo).
Il Senato della Repubblica precedentemente esposto muterebbe in un cosiddetto Senato delle autonomie, che non verrebbe eletto dai cittadini in quanto ad occuparlo ci sarebbero i componenti dei consigli Regionali e comunali. Insomma, 100% di nominati e nessun eletto popolare. I componenti di questo ramo del Parlamento, qualora passasse la riforma costituzionale, pur non ricevendo alcun compenso economico, verrebbero ad usufruire dell'immunità parlamentare (un ottimo salvacondotto specie per i componenti molti consiglieri regionali non proprio immuni a problematiche). 
Nella forma, avremmo un Senato delle autonomie svuotato dai poteri precedentemente posseduti dal Senato della Repubblica, che vedrebbe mutare le sue funzioni in semplici "consulenze" espresse per i componenti eletti alla Camera dei deputati, che nella sostanza non avrebbero però nessun peso specifico sul lavoro della Camera stessa.
L'unica funzione che rimarrebbe immutata sarebbe il peso sul voto espresso rispetto alle riforme costituzionali.

Ecco perché vi parlo di un sistema apparentemente bicamerale imperfetto, ma sostanzialmente monocamerale.
La riforma del bicameralismo perfetto non è un problema democratico, perché tantissimi altri sistemi democratici bicamerali non hanno con se il bicameralismo perfetto, in quanto attribuiscono ai due rami del Parlamento funzioni diversificate. Questa riforma sarebbe sensata, quella di Renzi non lo è.
E' un'affermazione forte, ma Renzi con questa riforma svuota il significato d'esistenza di una seconda Camera, pur mantenendone l'esistenza. Sarebbe stato sensato mutare la funzione del Senato, dividendo funzioni tra i due rami del Parlamento. Seguendo l'idea di Renzi, l'unica cosa sensata da fare sarebbe stata quella di abolire definitivamente il Senato, senza sostituirlo.
In questo modo invece, si sta andando a creare una seconda Camera inutile "del dopo lavoro", resa appetibile per l'attribuzione dell'immunità parlamentare ai suoi componenti.
E l'inutilità in cui vivrà il nuovo Senato delle autonomie peserà sulle spalle degli italiani, che prima avevano almeno l'auspicio che servisse a fare le leggi, mentre ora non avranno più neppure questa magra, ideologica visione. Il Senato nel suo lavoro costa, i viaggi dei consiglieri comunali e regionali andranno comunque rimborsati e per di più il risparmio non sarà di mezzo miliardo come detto dal governo per promuovere la riforma, ma sarà inferiore ai 43 milioni di Euro (pensate che solo con la rinuncia del Movimento 5 stelle lo Stato ne ha risparmiato 42).
Rimarrà in piedi tutta la macchina amministrativa,
Vale la pena perdere un Senato realmente attivo per meno di 43 milioni di Euro?

Ora, dopo aver perso il diritto di eleggere i nostri rappresentanti al Senato, passiamo alla Camera dei deputati.

La Camera dei deputati sarà, nella forma l'unica Camera che andrà a legiferare (fatta eccezione per le riforme costituzionali). Anche lei non verrà eletta dal popolo. Mi spiego meglio.
Se il Senato delle autonomie diverrà, al contrario dell'attuale Senato della Repubblica, una Camera totalmente di nominati; la Camera dei deputati non perderà la sua forma originaria e rimarrà immutata nella sua composizione, tuttavia, sarà in parte eletta solo in parte dal popolo, mentre per la maggior parte verrà nominata dai segretari di partito.

                                                             Italicum.

Ricolleghiamoci all'Italicum per comprendere il senso delle mie parole.

In questo articolo, totalmente dedicato all'Italicum, avevo approfondito il tema nello specifico http://simosamatzai1993.blogspot.it/2015/01/dittatura-nome-in-codice-italicum-ecco.html (leggetelo in caso abbiate voglia di approfondire nel dettaglio).

Secondo l'Italicum, se una lista dovesse arrivare al 40% dei consensi, avrebbe il 55% dei seggi, grazie ad un premio di maggioranza del 15%; mentre, se nessuna delle liste riuscisse a raggiungere il 40%, si andrebbe al ballottaggio tra le prime due liste per consensi popolari raggiunti, e la vincitrice del ballottaggio governerebbe con il 55% dei seggi.
Le liste saranno in parte bloccate, perché ci saranno i capilista di partito di ciascun collegio (100 collegi totali), che in caso il loro partito raggiungesse la soglia di sbarramento, entrerebbero alla Camera dei deputati. Vi rimando al link dell'articolo specifico per eventuali chiarimenti.

Nella forma avremo un Parlamento bicamerale imperfetto, con un ramo (senato delle autonomie), svuotato totalmente di ogni funzione e nominato al 100%, ed una Camera dei deputati nominata all'84% (100% in caso dei partiti non vincitori) ed eletta al 16%. Viva la democrazia!

Sulla base di tutto questo discorso, capite che la riforma costituzionale in gioco sarà una riforma atta a decentrare il potere popolare ancora più di quanto non lo abbiano fatto finora. E quello che inquieta è il fatto che assieme a questo primo tassello, vi è un forte accentramento dei poteri del governo, o meglio, del capo di governo, rispetto al Parlamento.
Il segretario di partito, candidato come probabile premier alle elezioni, potrà nominarsi i suoi capilista ed inserirli già in Parlamento, avrà una maggioranza bulgara del 55% e questo gli permetterà di controllare la Camera dei deputati, ormai divenuto l'unico organo parlamentare atto ad produrre leggi. I disobbedienti della legislatura non verrebbero più rieletti al giro successivo, ed in più, come se non bastasse, il premier potrà a quel punto eleggersi 2/3 della Corte Costituzionale ed 1/3 del Consiglio superiore della Magistratura.

Dittatura mascherata da Repubbica parlamentare apparentemente bicamerale imperfetta, ma sostanzialmente monocamerale (ecco il senso della foto della Camera dei deputati in apertura d'articolo).
Il 27 dicembre pubblicai il seguente articolo http://simosamatzai1993.blogspot.it/2014/12/riforme-costituzionali-vogliono.html, dove scrissi che c'era in progetto la modifica dell'articolo 78 della Costituzione, contenente le modalità deliberative sull'ingresso della nostra Repubblica in guerra. Ecco...ora è parte integrante della riforma costituzionale, e modificherà le modalità d'ingresso in guerra, in quanto servirà il solo benestare della Camera dei deputati.

Sveglia!!!!!

Abbiamo ancora una speranza di salvare la nostra Costituzione però.



Questa speranza la fornisce l'articolo 138 della nostra Costituzione, il cosiddetto lucchetto.
Lo ricorderete sicuramente perché il governo Letta provò a modificarlo per rendere le opposizioni inutili, ma il MoVimento 5 stelle nel 2013, con un'azione di protesta molto colorata, che culminò con l'occupazione del tetto di Montecitorio, riuscì a far slittare la riforma della Costituzione, e quindi a salvarla dato che successivamente la maggioranza che teneva in piedi il governo Letta si sciolse.

                                        Articolo 138 della Costituzione.

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tree mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a <<referendum>> popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a <<referendum>> non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a <<referendum>> se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi de suoi componenti.


Come sappiamo la riforma costituzionale di Renzi ha terminato il primo passaggio nelle due Camere. Ora ci attenderà una pausa di almeno 3 mesi, per poi ripassare sia per la Camera dei deputati e sia per il Senato della Repubblica.
In seconda lettura a Renzi serviranno i 2/3 d'entrambi i rami del Parlamento per riuscire a terminare il percorso di revisione costituzionale. Ed i 2/3, al momento non li ha, per questo si andrà molto probabilmente a referendum.
Dovremo prepararci, aldilà del nostro colore politico. Chiunque ami la propria patria, la propria Costituzione dovrà mettersi a disposizione d'essa attraverso banchetti informativi.
Io sono pronto ad informare in tutti i fine settimana se necessario. E voi?

Vi lascio con un intervento stupendo di Roberto Fico, perché non NON VOGLIAMO ARRENDERCI!




Ho bisogno del vostro parere concittadini. Siamo pronti a mobilitarci nel territorio (in modo aperto e pacifico) per spiegare le motivazioni che rendono questa riforma pericolosa per il nostro impianto democratico?


Aspettando delle vostre risposte, vi rimando al prossimo articolo!


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