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lunedì 29 giugno 2015

ANALISI DELLA SITUAZIONE GRECA PRIMA DEL REFERENDUM.

Salve gentili lettori.

In questo articolo, il primo della settimana, credo sia obbligatorio parlare dei nuovi sviluppi della situazione greca, con un'analisi a 360° su ciò che potrà succedere in positivo o in negativo a seconda del risultato del referendum. Referendum?? Sì! quindi aldilà di tutto quello che accadrà, avrà vinto la democrazia, contro il regime autoritario vigente in UE.
La Grecia, culla di civiltà e democrazia, torna a mostrare una componente fondamentale della sua cultura, facendo intravedere orgoglio e non piegandosi ai diktat dei creditori. Bravo Tsipras! e buon voto ai greci il prossimo 5 luglio.

Buona lettura.

Io direi di partire in quest'analisi prendendo in considerazione il fatto che, comunque andrà sarà stata una vittoria della democrazia. Alla condizione greca attuale, una vittoria dal punto di vista economico non verrà raggiunta attraverso un referendum. Ma potrà essere una solida base di partenza per rigettare l'ulteriore richiesta d'austerity dei creditori e provare a rincominciare sulla base di un'unione di un popolo per raggiungere un fine comune: la ripresa.
Le richieste dei creditori che hanno chiuso le trattative aperte dall'inizio del governo Tsipras sono le seguenti:

1) deregolamentazione ulteriore del mercato del lavoro;
2) tagli alle pensioni;
3) ulteriori tagli agli stipendi del pubblico servizio;
4) aumento dell'IVA sui generi alimentari e medicinali;
5) aumento della tassazione su turismo e ristorazione;
6) abolizione dei tagli fiscali previsti per le isole greche.

Noi italiani possiamo parlare con un minimo di comprensione verso le misure d'austerity, in quanto vittime se pur a livello inferiore, delle stesse logiche economiche che hanno portato la Grecia a soccombere. Prima di arrivare in Italia attraverso il "Jobs act" la deregolamentazione del mercato del lavoro era passata per la Grecia, provocando dati spaventosi. Essa ha inciso moltissimo sulla caduta del P.I.L greco, quantificabile a livello percentuale in un 23% tra il 2008 ed il 2013.
Un declino spaventoso del P.I.L è avvenuto nel 2011, 2012 e 2013 ( - 7,1%; - 6,4%; - 4,2% ).
L'aumento dell'IVA farà si che tutti i cittadini, aldilà del loro reddito verranno colpiti dall'acquisto addirittura di generi alimentari e medicinali, superando ogni ragionevole logica di buon senso, cooperazione ed unione comunitaria.
L'aumento della tassazione addirittura sul turismo colpirà uno degli ultimi settori che può risollevare un minimo le sorti della Grecia, affossandola definitivamente.

Ed ora cominciamo un'analisi più precisa. Precedentemente mi sono permesso di scrivere che per la Grecia non ci sono vie d'uscita indolore semplicemente per il fatto che esso è un dato di fatto. Continuando a rimanere all'interno dell'Euro firmando nuovi accordi debitori la Grecia continuerà ad attorcigliarsi su se stessa, contraendo nuovi debiti per sanare quelli precedenti, ed a ogni scadenza dovrà scendere nuovamente a compromessi per ricevere rinvii o nuova liquidità, in cambio di nuova austerità e cessione di democrazia.
In caso di uscita dall'UE e dall'Euro, la Grecia si troverà a dover tornare alla sovranità monetaria, fatto positivo, ma negativo nello specifico ellenico, in quanto essa importa praticamente tutto. La svalutazione che subirà la "nuova Dracma" sarà davvero pesante e le importazioni aumenteranno di prezzo rispetto ad oggi; purtroppo non ci sarà un buon riscontro neppure dal punto di vista delle esportazioni, in quanto il settore export greco non è il fattore macroeconomico che trascina l'economia greca (come invece risulta essere per l'Italia). Ciò significherebbe che, pur avendo una svalutazione competitiva della Dracma, e vedendo i propri prodotti diventare vantaggiosi per i paesi esteri, saranno pochissime le situazioni che potranno andare ad incidere per arrecare vantaggi alla Grecia.
Il fattore industriale d'esportazione principale è lo yogurt, che purtroppo è finito in gran parte in mano agli "amici tedeschi", ma che caso. L'unico settore dove la Grecia potrà realmente incidere sarà il turismo, grazie ai suoi territori spettacolari ricchi di bellezze e di storia.

Un'altra grossissima differenza tra la situazione italiana e quella greca è la seguente: la quasi totalità debito greco, a differenza della maggioranza di quello italiano, è esterno alla legislazione nazionale, e quindi in caso di GREXIT non sarà convertibile e saldabile in "Nuova Dracma". Questo è un fattore fondamentale, perché in caso di uscita e svalutazione, per i paesi non industrializzati (nella quale a questo punto inserirei anche la Grecia), il tasso d'inflazione cresce molto nel medio periodo e questo sarebbe stato un gran vantaggio per la Grecia, in quanto il suo debito si sarebbe sgonfiato, con tanto compassione verso i creditori mangiatori di democrazia.

Non c'è una via che possa portare la Grecia ad una ripresa parzialmente indolore, se non una sorta di piano Marshall atto a risollevare con aiuti esterni le condizioni dell'economia greca. Vi fareste chiaramente una grassa risata se io vi dicessi che a farsi carico di questo possa essere proprio l'UE.... infatti non sarà così. Mi vengono sinceramente in mente solo due Stati che ad oggi potrebbero accollarsi questo onere, trovando un accordo col governo Greco dal punto di vista geopolitico: la Cina e la Russia. Punto sulla Russia, perché avrebbe tutti i motivi per farlo, in quanto la Grecia occupa geograficamente un punto strategico, e perché essa fa parte della NATO. In cambio di accordi geopolitici, comprendenti anche l'abbandono della NATO da parte della Grecia, potrebbero aprirsi scenari importanti.

Vorrei ricordarvi che, dopo la Grecia, ci sarà un'altra Grecia, e poi un'altra ancora fino a quando il sistema malato dell'Euro non verrà sgretolato.

Mi piacerebbe ragionare su questo grafico, perché ci da tutte le risposte che ci servono.
Quando uno Stato senza fondamentali macroeconomici simili alla politica monetaria ed economica seguita in un sistema (Euro), ne entra a far parte, s'innesca il famosissimo CICLO DI FRENKEL.
Parliamone in modo semplificato e breve.
Quando due paesi con strutture macroeconomiche e monetarie differenti, si uniscono in una stessa moneta s'innesca il ciclo di Frenkel.
Il paese grande inizia a finanziare quello piccolo per crearsi un mercato di sbocco per le proprie merci ed inoltre va a destinare il capitale a progetti produttivi, in quanto nel paese meno industrializzato il capitale viene allocato in maniera migliore. Attraverso questi finanziamenti esterni il P.I.L cresce ed il benessere dei cittadini del paese meno industrializzato aumenta. Prendendo come unità di cambio la stessa moneta del paese industrializzato per i cittadini del paese meno industrializzato diventa vantaggioso importare, più che produrre i beni a casa loro, ed ecco che il paese industrializzato si crea il suo mercato di sbocco per esportare. Nel grafico si vede molto bene cosa sia successo nel periodo iniziale dell'Euro.
Questo sistema prosegue fino al momento in cui per un fattore X (magari una crisi economica), il paese o i paesi industrializzati legati al paese meno industrializzato in unione monetaria, decidono di chiudere i rubinetti del credito e cominciano pretendere la restituzione.
A questo punto i privati cittadini che hanno fatto debito (perché è il debito privato il vero problema), cominciano a soccombere, vendendo imprese strategiche, come successo con la gran parte dei produttori di yogurt greci con i tedeschi.
Questo è quello che è successo alla povera Grecia, e che sta succedendo in scala minore anche in Italia.

Ci sarà sempre una prossima Grecia, a meno che essa non riesca ad uscire e trovare un immediato accordo economico con una superpotenza in grado di finanziare la ricostruzione economica dello Stato. Molti Stati che saranno "la prossima Grecia", potrebbero svegliarsi... .

Tsipras spinge i cittadini verso il NO secco alle proposte dei creditori, i cittadini greci non hanno alternative se non provare una nuova strada. Il premier ha spiegato molto bene ai cittadini che, qualora decidessero di intraprendere la strada dell'austerity, non vi sarà alcuna possibilità di ripresa. Ma come sappiamo bene da esperienze interne, i cittadini non votano secondo logiche razionali, ma secondo condizionamenti esterni, che in questo caso potrebbero derivare da minacce velate dai creditori. Le borse tremeranno, preparatevi. Le banche greche rimarranno chiuse fino al 7 luglio, con prelievi non superiori ai 50 Euro, circa a quanto si dice.
Nel caso in cui il popolo greco votasse si, si andrebbe ad una ristrutturazione del debito e saremmo punto a capo.

In ogni caso vincerà la democrazia, ed è questo l'importante: dare al popolo il diritto di scegliere il proprio destino.
Ho collegato il referendum greco del 5 luglio ad un film stupendo, il miglior film politico che mi sia capitato di guardare. Il titolo è NO! i giorni dell'arcobaleno. Esso parla del referendum cileno che buttò a terra il regime e fece riaffiorare la democrazia. Fidatevi, la situazione greca non è migliore di quella cilena, anche se per motivazioni in parte differenti; infatti anche in questa occasione si parla di democrazia e libertà, non da un regime militare, ma da un regime economico. Spero che il popolo greco abbia lo stesso coraggio che ebbero allora i cileni nel voler voltare pagina.


Ps. Il finale del Ciclo di Frenkel è sempre lo stesso.....sì, avete capito: uscita, recupero della sovranità monetaria e svalutazione e non credo che alla Germania egemone nel sistema Euro piaccia l'idea di una piccola, grande crepa nel sistema.
L'ultimissima notizia è l'intervento degli USA, che spinge UE e FMI a trovare un accordo per trattenere la Grecia nell'Euro attraverso una ristrutturazione del debito al ribasso... . Hanno una paura pazzesca che il sistema crolli.

Alla prossima!

domenica 28 giugno 2015

LE PAROLE DI TSIPRAS AL POPOLO GRECO.


"Cittadini greci,
Negli ultimi sei mesi, il governo greco ha condotto una battaglia in condizioni di asfissia economica senza precedenti, al fine di attuare il mandato che gli avete dato il 25 gennaio.
Il mandato di negoziare con i nostri partner per realizzare la fine dell'austerità, e per riportare ancora una volta la prosperità e la giustizia sociale nel nostro Paese.
Per raggiungere un accordo sostenibile che rispetti la democrazia, così come le norme europee, e che porterà ad una definitiva uscita dalla crisi.
Durante i negoziati, ci hanno più volte chiesto di attuare politiche concordate nel Memorandum dai governi precedenti, nonostante il fatto che il Memorandum fosse stato inequivocabilmente condannato dal popolo greco nelle recenti elezioni.
Non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di cedere, neanche per un momento. Di tradire la vostra fiducia.
Dopo cinque mesi di trattative difficili, i nostri partner hanno presentato una proposta-ultimatum alla riunione dell'Eurogruppo, prendendo di mira la democrazia greca e il popolo greco.
Un ultimatum che va contro i principi e i valori fondanti dell'Europa. I valori del nostro progetto comune europeo.
Al governo greco è stato chiesto di accettare una proposta che aggiungerà un nuovo insopportabile peso sulle spalle del popolo greco, e che metterà a repentaglio la ripresa dell'economia greca e della società, non solo alimentando l'incertezza, ma anche esacerbando ulteriormente le disuguaglianze sociali.
La proposta delle istituzioni comprende misure per deregolamentare ulteriormente il mercato del lavoro, tagli alle pensioni, e ulteriori riduzioni dei salari del settore pubblico, come pure un aumento dell'Iva sui prodotti alimentari, ristoranti e turismo, eliminando le agevolazioni fiscali delle isole greche.
Queste proposte che violano direttamente l'acquis sociale e i diritti fondamentali europei al lavoro, all'uguaglianza e alla dignità, dimostrano che alcuni partner e membri delle istituzioni non sono interessati a raggiungere un accordo praticabile e utile per tutte le parti, ma piuttosto vogliono l'umiliazione del popolo greco.
Queste proposte mostrano soprattutto l'insistenza del Fondo Monetario Internazionale su misure di austerità dure e punitive. Ora è il momento per le principali potenze europee di essere all'altezza della situazione e prendere l'iniziativa per porre fine definitivamente alla crisi del debito greco, una crisi che colpisce altri Paesi europei, minacciando il futuro dell'integrazione europea.

Cittadini greci,
Siamo di fronte alla responsabilità storica di non lasciare che le lotte e i sacrifici del popolo greco siano stati vani, alla responsabilità di rafforzare la democrazia e la nostra sovranità nazionale. E questa responsabilità pesa su di noi.
È la nostra responsabilità per il futuro del nostro Paese.
Questa responsabilità ci obbliga a rispondere all'ultimatum basandoci sulla volontà sovrana del popolo greco.
Questa sera, il Governo è stato convocato e ho proposto un referendum, in modo che il popolo greco possano decidere.
La mia proposta è stata accettata all'unanimità.
Domani il Parlamento terrà una riunione straordinaria per ratificare la proposta del Governo per un referendum che si terrà domenica prossima, il 5 luglio. La domanda sulla scheda elettorale sarà se la proposta delle istituzioni dovrebbe essere accettata o rifiutata.
Ho già informato il presidente francese, la cancelliera tedesca e il presidente della Bce della mia decisione, mentre domani chiederò una breve proroga del programma - per iscritto - ai leader dell'Ue e alle istituzioni, in modo che il popolo greco possa decidere senza pressioni e ricatti, come previsto dalla Costituzione del nostro Paese e della tradizione democratica dell'Europa.

Cittadini greci,
Vi invito a decidere, con la sovranità e dignità che vuole la storia greca, se dovremmo accettare l'esorbitante ultimatum che chiede una rigorosa e umiliante austerità senza fine, e senza la prospettiva di poterci reggere in piedi, socialmente e finanziariamente.
Dobbiamo rispondere all'autoritarismo e alla dura austerità con la democrazia, con la calma e con decisione.
La Grecia, la culla della democrazia, deve inviare un clamoroso messaggio democratico alla comunità europea e mondiale.
Io mi impegno personalmente a rispettare l'esito della vostra scelta democratica, qualunque essa sia.
Sono assolutamente fiducioso che la vostra scelta onorerà la storia del nostro Paese e invierà un messaggio di dignità in tutto il mondo.
In questi tempi difficili, tutti noi dobbiamo ricordare che l'Europa è la casa comune di tutti i suoi popoli.
Che in Europa non ci sono proprietari e ospiti.
La Grecia è, e rimarrà, parte integrante dell'Europa, e l'Europa parte integrante della Grecia.
Ma un'Europa senza democrazia sarà un'Europa senza identità e senza una bussola.
Chiedo a tutti voi di agire con unità nazionale e compostezza, e di prendere una decisione degna.
Per noi, per le generazioni future, per la storia greca.
Per la sovranità e la dignità del nostro Paese".


Alexīs Tsipras

lunedì 22 giugno 2015

DDL SCUOLA - PICCOLE ANALISI PERSONALI E LE OSSERVAZIONI DI MORRA E MARTELLI.

Salve gentili lettori.

In questo specifico articolo mi dedicherò alla tematica inerente alla riforma della scuola, che sta facendo discutere sia in Parlamento e sia i cittadini italiani. Le critiche fioccano specialmente da chi mastica scuola da anni, e tantissimi professori ed alunni non hanno nessuna intenzione di mollare davanti a questa riforma ingiusta. L'ultimo sondaggio che vede il movimento 5 stelle in nettissima rimonta sul PD (32% PD, 26% M5S) denota uno spostamento nettissimo di elettorato tra le due forze principali del panorama politico italiano, e ciò si lega anche alla riforma della scuola. Essa è da sempre un bacino elettorale stratosferico per il PD, ma a quanto pare le cose non sembra stiano più in questi termini.

Buona lettura.



Dividerò questo articolo in due diverse parti: una prima dove elencherò e sintetizzerò le problematiche presenti all'interno del DDL scuola, ed una seconda parte dove mi farò da parte, lasciando la parola a personalità interne al m5s che ne sanno ben più di me riguardo al tema scuola. Lo farò postandovi dei video d'analisi del prof. e senatore Nicola Morra e del docente universitario e senatore Carlo Martelli. Partiamo.

I punti critici sono molteplici, e credo che elencarli e spiegarli brevemente sia la strada da seguire:

1) Soldi alle scuole private.

In quest'occasione si finanziano le scuole private attraverso una detrazione fiscale data alle famiglie italiane che decideranno d'iscrivere il proprio figlio in una scuola privata, scartando quindi l'opzione del servizio pubblico. E' clamoroso ed inconcepibile per uno Stato un comportamento simile. Esso può essere chiamato finanziamento dal momento in cui, con questa scelta ne deriverà un minor gettito per le casse dello Stato. Questo oltre che essere inconcepibile è anche incostituzionale, in quanto tra i vari commi, l'articolo 33 espone quanto segue:"Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". E qui gli oneri ci sono, in quanto si va ad offrire sgravi fiscali alle famiglie che decideranno d'iscrivere il proprio figlio in una privata.

2) L'impostazione di una scuola pubblica versione aziendale.

In base a questa riforma, si crea all'interno della scuola pubblica una struttura piramidale, dove a capo ci sarà il preside, che potrà gestire la sua scuola come una sorta d'azienda, dove scegliersi a piacimento i suoi dipendenti (professori), in base a meccanismi che riterrei "personalizzabili". Ricorda quasi una riforma di Mussolini... .

3) La fregatura sulle assunzioni.

Renzi ha scaricato sul Parlamento le responsabilità sull'andamento della riforma, e questo l'ha fatto per giustificare un ritardo sulle assunzioni previste e, soprattutto, promesse! si è lamentato dei 3000 emendamenti ricevuti dalle opposizioni ed ha utilizzato questo mezzo per giustificare lo slittamento al 2016 delle assunzioni. Incredibile.

Altri punti fondamentali sono i finanziamenti privati alla scuola pubblica, un metodo furbo per le casse dello Stato, ma che rischia di mettere in scacco dei privati finanziatori le strutture scolastiche e l'attività didattica proposta.


Ora, trovo doveroso proporvi un'analisi del contenuto diversa dal solito, in quanto non ritengo di potermi permettere il lusso di spiegarvi questa riforma in un modo migliore di quanto è già stato fatto da due senatori del Movimento 5 stelle, interni al mondo dell'istruzione. Sto chiaramente parlando di Nicola Morra e Carlo Martelli.


Ecco il video illustrativo di Nicola Morra



Video illustrativo di Carlo Martelli (1°parte).



Video illustrativo di Carlo Martelli (2° parte).



Ultimo appunto. Renzi pare abbia posto nuovamente un'altra questione di fiducia per difendersi da eventuali attacchi delle minoranze del PD. Questo lo fa sistematicamente per mettere il bavaglio alle opposizioni interne al suo partito ed anche per bloccare l'attività parlamentare del Movimento 5 stelle. Non può permetterselo in una riforma della scuola! si parla del futuro delle prossime generazioni, da dove si svilupperanno le intelligenze che porteranno avanti la nostra cultura ed economia nei prossimi 50 anni almeno.

Ps. Vedrete che succederà!

Direi che non c'è altro d'aggiungere! buona condivisione.

Alla prossima!

giovedì 18 giugno 2015

ANALISI DEL TWEET DI BEPPE GRILLO.

Salve gentili lettori.

Oggi, nel seguente articolo, non posso assolutamente esimermi da analizzare il polverone che si è alzato dopo il tweet piuttosto maldestro e mal articolato che è stato postato nella pagina Twitter di Beppe Grillo.
Un tweet contenente troppi temi al suo interno, che non poteva trovare una sua completezza all'interno dei 180 caratteri permessi dal social network. Pochissimi avranno letto l'articolo strutturato dal quale è stata estrapolata la frase ed ancora meno lettori avranno fatto i collegamenti logici tali da collegare le questioni tra di loro.

Ci proverò io, partendo proprio dal primo tweet.




Questo è il tweet incriminato, che è il primo postato nella pagina twitter di Beppe. A comporre il concetto un mix di argomenti, troppo diversificati tra loro per unirli in 180 caratteri dando un senso compiuto al pensiero. 
Conseguentemente, le lamentele successive sono del tutto giustificate. Da una analisi spicciola ne esce fuori il collegamento dei topi e della spazzatura, ai clandestini. L'associazione logica è: topi e spazzatura = clandestini.
Un concetto razzista, da combattere come hanno giustamente fatto i lettori commentando questa uscita.

Il tweet è uscito estrapolando una frase da un articolo, eccolo.


Noi attivisti del movimento 5 stelle conosciamo benissimo il punto di vista che abbiamo sul tema immigrazione, e soprattutto, conosciamo cosa associa Roma al problema clandestini negli ultimi mesi. Il collante è lo scandalo Mafiacapitale, più volte richiamato da Grillo.
Non più tardi di 8 giorni fa, precisamente il 10 giugno 2015, nel blog di Grillo uscì un articolo interamente dedicato alla problematica immigrazione. Un articolo completo contenente un analisi precisa sulla problematica, che rispecchiava esattamente la posizione che l'm5s ha tenuto in Parlamento rispetto a questo tema. 
L'articolo in questione è il seguente: http://www.beppegrillo.it/2015/06/immigrati_italia_no_grazie.html .

Vi invito a leggerlo, superando il titolo iniziale per comprendere bene la posizione del m5s, Grillo compreso.

Ecco le parti principali:

In questo articolo si parla, come avrete letto d'immigrazione come business, ovvero come guadagno dell'associazioni criminali, scoperto attraverso l'inchiesta di Mafiacapitale. In un passaggio esplicito si legge:"Due conti: su un solo centro di accoglienza, quello di Cara di Mineo in Sicilia che ospita 3219 richiedenti asilo. Per ognuno di loro lo Stato attraverso associazioni privati e con fondi europei stanzia 1050 Euro al mese, 35 al giorno".

Inoltre Grillo aggiunge, in riferimento ai clandestini:"E di fronte a questo imbuto senza sfogo l'unica cosa che il governo è capace di fare è di smistare gli immigrati nei piccoli centri di provincia dove in qualche caso sono più dei residenti. Queste persone non hanno un'attività, non parlano italiano e generano, NON PER COLPA LORO, tensioni sociali".

Ed ancora:"La valutazione se un immigrato ha diritto allo status di rifiugiato va fatta nei punti di partenza in Africa con strutture e uffici consolari. A chi ottiene lo status di rifugiato deve essere concesso di scegliere il Paese di destinazione in ambito UE. I trasporti dei profughi devono essere coperti da un apposito fondo UE".


E' molto chiaro il riferimento all'inefficienza del governo nel trovare una soluzione condivisa con gli altri Stati UE, in modo da trovare una soluzione tale da suddividersi per possibilità e volontà dei clandestini la gestione degli stessi. Perché questo? Il riferimento è alla mozione di Manlio Di Stefano, parlamentare m5s, che è stata approvata mesi fa in Parlamento, e che il governo non ha tradotto in atti reali non trovando un accordo comunitario.

L'associazione logica che tutti noi grillini abbiamo fatto è la seguente: Roma=mafiacapitale=gestione dei clandestini che crea profitto. E' l'inchiesta di Mafiacapitale che sta portando a galla questi temi... ma non tutti collegano.

Ecco che ragionando in questo modo, la correzione del tweet con maggiori specifiche, porta tutto ad essere più chiaro. L'avesse fatto prima....i giornalisti non aspettano altro, e per lo più, non si dannano certamente l'anima per specificare queste cose.


Alla prossima.

martedì 16 giugno 2015

BALLOTTAGGI - M5S VS PD, UN CAPPOTTO D'ESTATE.

Salve gentili lettori.

Sono euforico, e saprete sicuramente il perché!!

16! numero magico, che solo ad accostarlo ai comuni amministrati dal Movimento 5 stelle il giorno della sua nascita, avrebbe fatto fare una grassa risata al più ottimista degli attivisti.

Sei anni dopo, però, le prospettive sono cambiate...





Parma, Livorno, Assemini, Porto Torres, Quarto, Venaria Reale, Ragusa, Gela, Augusta, Bagheria, Pietraperzia, Pomezia, Civitavecchia, Mira, Sarego e Montelabbate. Sono già 16 i comuni amministrate da giunte m5s, dato che si appresta a crescere l'anno prossimo... .

Nell'articolo di due settimane fa, dove avevo analizzato i risultati delle regionali uno per uno, avevo dedicato un trafiletto anche alle comunali, dove auspicai un grandissimo risultato del Movimento 5 stelle nei ballottaggi. Fortunatamente per noi grillini, non mi ero affatto sbagliato.




5 su 5, un bel cappotto al PD, seppur in piena estate farà comodo ai piddini per una più facile ripresa da un ciclone improvviso, semplice antipasto del 2018.

A farmi gioire sono le modalità attraverso cui siamo riusciti ad ottenere altri 5 comuni in questi ballottaggi. Sappiamo tutti il funzionamento della nuova legge elettorale per le elezioni politiche, e quello che è avvenuto nei 5 ballottaggi tra m5s e centrosinistra sancisce l'apertura di una clamorosa crepa in vista delle elezioni del 2018.
Ho ripreso troppe volte l'argomento Italicum, spiegandolo ed accostandolo anche alle legge Acerbo, quindi questa volta non approfondirò, mi limiterò semplicemente a fornirvi il link, per verificare a vostra discrezione il contenuto ITALICUM.

Si è verificato molto spesso lo stesso meccanismo nei ballottaggi. Il Movimento 5 stelle che non crea mega coalizioni da 10 liste, fatica a raggiungere i ballottaggi, ma quando ci riesce colpisce senza pietà. La mia idea è che i cittadini non siano ancora convinti spudoratamente dalle idee del Movimento, ma in una situazione di ballottaggio scelgono la novità, un cambio netto col passato. Ormai questo comportamento verso il Movimento 5 stelle è verificato dalle varie tornate comunali degli ultimi anni.

Impostando un'analisi su questi ballottaggi si possono dire tante cose. Il PD continua sulla falsariga delle regionali e delle comunali di due settimane fa, continuando a perdere capoluoghi di regione come Venezia, o città importanti come Arezzo e Matera. Si apre così una crisi interna al PD, con le prime crepe del renzismo che cominciano a comparire.

Il Movimento 5 stelle continua a radicarsi nel territorio, aspetto di fondamentale importanza. Importantissimi sono anche i dati di questi ballottaggi, dove l'm5s si impone mediamente con il 70% dei consensi.

Entrando nel dettaglio, partirei da Porto Torres, essendo sardo. Esso è il secondo comune amministrato dal m5s, dopo Assemini. Un territorio importante, che comprende anche  l'Asinara, che andrà valorizzata. Ci siamo imposti con oltre il 72% di voti, dopo aver mostrato la nostra forza al primo turno con un buonissimo 26%. Da sardo, tantissimi auguri al sindaco Wheeler ed a tutto il gruppo di Porto Torres!

Siamo riusciti, per la prima volta ad imporci in Piemonte, andando a vincere il ballottaggio in un centro piuttosto importante della provincia di Torino, Venaria Reale, imponendoci con un 69%. Un centro di circa 35 mila abitanti, dove poter dare lustro alle bellezze storiche, ai musei, alla reggia. Buon lavoro a Falcone ed alla sua giunta.

Finalmente, grazie alla vittoria a Quarto, potremo amministrare un comune campano, dove l'm5s ha prodotto tantissimo attivismo, e fior di personalità che oggi stanno facendo crescere ancora più velocemente questo movimento. Un territorio che ci ha dato grandissimi parlamentari come: Ruocco, Fico e Di Maio doveva avere la possibilità di far brillare una stella grillina. Buon lavoro a tutto il gruppo m5s, guidato dal sindaco Rosa Capuozzo.

Passando alla Sicilia, dopo il grandissimo risultato al primo turno di Pietraperzia, il m5s cresce, imponendosi in altri due comuni: Gela e Augusta.
A Gela abbiamo letteralmente "gelato" Crocetta... .
In Sicilia cresciamo e ci imponiamo sempre di più, crescendo dopo i risultati di Bagheria e Ragusa.

Tuttavia, e questa è la nota stonata, ritengo molto difficile l'amministrazione a Gela, in quanto l'm5s pur amministrando non avrà la maggioranza, e dovrà trovare accordi punto su punto con il PD.
Per i primi due anni la minoranza non potrà sfiduciare la giunta m5s, ma successivamente aldilà della bontà o meno del nostro operato, sono sicuro che proveranno a farci lo scherzetto. Vedremo...

Buon lavoro a tutti gli attivisti m5s, non molliamo mai, le prossime politiche si avvicinano ogni giorno di più e con questa legge elettorale schifosissima, Renzi rischia di essersi fatto un clamoroso autogoal. Avesse ascoltato la nostra proposta ci sarebbe un proporzionale molto più democratico..., ora invece si ritrova con una legge elettorale che rischia di portarlo al ballottaggio contro il Movimento 5 stelle (alla quale questa situazione è storicamente favorevole) e con l'Italicum comunque incostituzionale...(lo vedremo tra qualche anno).
Cosa s'inventerà per modificarlo senza far capire che questa era palesemente una legge fascista???

Alla prossima!


martedì 9 giugno 2015

LA COSTITUZIONALITA' DEL REDDITO DI CITTADINANZA. GLI ARTICOLI 3 E 38.

Salve gentili lettori!

Questo articolo che vi state apprestando a leggere nasce da un'esigenza dalla quale non mi sono potuto sottrarre. Essa nasce da una dichiarazione del premier Matteo Renzi, che io ritengo alquanto inappropriata:<<IL REDDITO DI CITTADINANZA E' INCOSTITUZIONALE>>. 
Non sono d'accordo con questa affermazione, e per diritto di replica voglio spiegare le motivazioni che mi portano a dichiarare l'esatto contrario:<<IL REDDITO DI CITTADINANZA E' COSTITUZIONALE>>. Lo so, la mia parola vale uno sputo nei confronti di quella di un primo ministro laureato in giurisprudenza, ma l'articolo 21 della Costituzione mi permette di esprimere il mio pensiero. Il primo comma dell'articolo 21 spiega che: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Credo di essere molto più abile a scrivere che a parlare....quindi, buona lettura!


Comincerei specificando che queste tesi non nascono dalla mia fantasia, ma da due articoli distinti della Costituzione italiana, l'articolo 3 e l'articolo 38.

Qui di lato potete leggere l'articolo 38 nella sua interezza. Esso esprime il dovere dello Stato alla provvidenza dei cittadini aventi bisogno di sostegno, per le più svariate motivazioni. Esse possono essere diverse: vecchiaia, invalidità, infortunio, disoccupazione involontaria.
Esso sancisce conseguentemente il dovere dello Stato al mantenimento ed all'assistenza dei cittadini disagiati, anche se momentaneamente.
Lo strumento che risponde a questa problematica è l'assistenza sociale, che si concretizza attraverso l'erogazione delle pensioni sociali, degli assegni d'invalidità.

Andando più nello specifico rispetto alla sua incidenza a sostegno del reddito di cittadinanza, ritroviamo un'importanza fondamentale nel passaggio "disoccupazione involontaria" e nel penultimo comma "Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato".

In Italia, in questo momento abbiamo una disoccupazione che tocca il 13%, ed una disoccupazione giovanile che non si ferma e punta al tetto del 50%. Qualora andassimo a conteggiare anche le persone che ormai si sono moralmente arrese, smettendo così di cercare un'occupazione il dato salirebbe molto di più.
In questo momento lo Stato deve farsi carico della cittadinanza in difficoltà, garantendo un recupero formativo che vada a reinserirli in nuovi settori d'occupazione, ed un reddito che vada ad integrare quello percepito fino al superamento della soglia di povertà, che in questo momento è sui 600 Euro circa.
Il Movimento 5 stelle ha presentato una proposta di legge che garantisce 780 Euro al mese ed un recupero formativo, seguito da 3 proposte di lavoro in 3 anni. Qualora il cittadino dovesse rifiutare 3 proposte, decadrebbe il suo diritto al reddito di cittadinanza.
In questa misura contro la povertà, verrebbero integrate le pensioni minime inferiori ai 780 Euro, fino al raggiungimento di tale reddito. Esso cambia in base al nucleo famigliare, ecco un esempio.




Le coperture finanziarie di questa manovra economica sono molteplici, e sono già state passate al vaglio della ragioneria dello Stato, che ha confermato la bontà della proposta.
Potete trovare il testo integrale della senatrice Nunzia Catalfo nel sito internet del Senato.

Passiamo all'articolo 3.

L'articolo 3 della costituzione enuncia i principi di uguaglianza formale (comma 1) ed uguaglianza sostanziale (comma 2). Specialmente il secondo comma si sposa benissimo con il concetto di reddito di cittadinanza come strumento di lotta alla povertà e di libertà dai controlli criminali.



Articolo 3, liberi ed uguali, non a caso. Lo scopriremo spiegando i significati interni ai due commi dell'articolo.

Partiamo con l'articolo 3 comma 1, che ci parla di uguaglianza formale.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

I significati che mostra l'articolo 3 comma 1 sono diversi. Si parte da un aspetto fondamentale, che risulta essere il concetto principe, ovvero: LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.
Questo è un aspetto bellissimo visto da un punto di vista storico, che da uno spintone ad aspetti evidentemente tristi, dove la società era divisa di ordini, ed ognuno di questi aveva una legislazione specifica, differente da quella alla quale erano soggetti i cittadini interni ad altri ordini sociali.
Ora no; s'impone a tutti i cittadini di uno Stato una legislazione univoca, aldilà di ogni contrasto socio-economico.
Un altro concetto importantissimo che contiene questo comma è il DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE, perché nessun cittadino, aldilà del suo colore della pelle, della lingua da lui parlata, della religione da lui professata, dalle sue idee politiche difese o dalla sua condizione economica, può ricevere un trattamento legale differente da qualsiasi altro cittadino.
Dobbiamo immaginare l'articolo 3 comma 1 come un insieme d'imposizioni d'uguaglianza tra cittadini, raggiunte dopo anni di lotte. Tuttavia, quest'uguaglianza è esclusivamente formale, scritta, ma non attuata nei contesti sociali.
E' vero che tutti sono uguali, e che tutti formalmente, grazie all'articolo 3 comma 1 hanno il diritto di poter avere uno stipendio dignitoso, ma nella sostanza sappiamo che non tutti, pur avendone il diritto riescono a raggiungere questo equilibrio di vita soddisfacente.
Serve qualcosa in più, una componente che s'inserisca all'interno del ragionamento dell'articolo 3 comma 1, dando le linee guida per portare a termine nella sostanza una reale uguaglianza tra i cittadini.
All'interno di quest'ingranaggio, per raggiungere questi scopi, s'inserisce perfettamente l'articolo 3 comma 2, fornendo una risposta esaustiva agli interrogativi che lascia irrisolti con se l'articolo 3 comma 1.

                                                 Articolo 3 comma 2

E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

All'articolo 3 comma 1 si aggiunge l'articolo 3 comma 2. Il secondo comma, ad un primo sguardo rischia di sembrare opposto al primo, ma ad un'analisi più attenta si dimostra in simbiosi, assolutamente complementare col primo.
Il principio di uguaglianza sostanziale contenuto nel secondo comma dell'articolo 3, vuole spiegare che lo Stato deve stabilire la forza con la quale intervenire in aiuto dei cittadini, al fine di rendere realmente operativi i principi contenuti all'interno del primo comma. Quando parlo di aiuti statali, parlo di esenzioni da tributi, di aiuti economici, che riescano ad intervenire in aiuto dei cittadini che vivono con difficoltà, al fine di ristabilire un livello di parità di possibilità reali, rendendo ai meno abbienti possibili prospettive che senza lo Stato rimarrebbero solo utopie.
Questo trattamento parrebbe discriminazione verso i più facoltosi, e quindi in completa controtendenza con il primo comma, ma in realtà non è così.
Il secondo comma riesce a ristabilire una condizione equa, dove tutti riescono ad accedere a servizi che altrimenti rimarrebbero possibili esclusivamente ad una piccola fetta di cittadinanza.

All'interno dell'articolo 3 della Costituzione, trovano complementarietà aspetti di libertà ed uguaglianza, prima in contrasto, oggi pienamente complementari ed attuabili.

La Costituzione è di tutti, va oltre le ideologie e quindi il suo contenuto dev'essere rispettato da qualsiasi forza politica e da tutti i cittadini. Dev'essere evidentemente aggiornata, integrata con nuovi strumenti, ogni qualvolta i cambiamenti storici lo consiglino. Questo dev'essere fatto senza andare ad intaccare i principi cardine della Costituzione, e l'articolo 3 è un pilastro fondamentale di questa costruzione.

Ora che ne pensate sulla costituzionalità o incostituzionalità del reddito di cittadinanza??? Ciao Renzie!

PS. E se vi dovessero dire....." L'Europa non vuole ", voi mostrate loro che le uniche nazioni UE che non hanno il reddito di cittadinanza, nelle sue più svariate forme sono: l'Italia, la Grecia e l'Ungheria. Ops.

Alla prossima.



lunedì 8 giugno 2015

ECCO COS'E' (PER ME) LA POLITICA.

Salve gentili lettori.

In questo articolo vorrei dedicarmi al concetto di politica. Ma che strano Simone, è la prima volta che in questo blog ti notiamo cimentarti in questa materia a te avversa... . Ora, a parte gli scherzi, io seguo la politica attivamente da quando avevo circa 13 anni, ovvero dal momento in cui mi capitò uno spettacolo di Beppe Grillo a portata di mano.
Se fino a quel momento la mia idea di politica era quella di un'attività noiosa, classista, aperta esclusivamente ad una cerchia ristretta di prescelti ed illuminati, successivamente alla visione di questo spettacolo, il mio punto di vista si rovesciò completamente.

Attenzione, preciso che la visione classista e ristretta della politica è innegabile che esista ancora, ma ora esiste un obiettivo: quello di aprire sempre di più le porte alla partecipazione attiva della cittadinanza, limitando il potere dei delegati popolari.

Ero li, davanti al mio pc intento a girovagare per youtube, quando, non ricordo il perché, aprì un video che cambiò per sempre la mia concezione della politica: Beppe Grillo Show del 1993.
Non credo nel destino, ma posso dire fu un gran colpo di fortuna.
Sono sicuro che qualsiasi italiano stia leggendo ora il mio articolo conosca bene almeno alcuni passaggi di questo monologo. Lo ripropongo più per forma di ringraziamento verso Grillo, che per invito alla visione.


Resterà uno spettacolo storico, uno di quelli che periodicamente si devono rispolverare, pur conoscendo ogni passaggio del monologo. Il funzionamento è grosso modo lo stesso dei classici natalizi.

25 novembre e 2 dicembre 1993. Sarà un caso, ma nacqui proprio nel 1993 e probabilmente tengo molto a questo spettacolo proprio per questo motivo, pur conoscendo anche gli altri monologhi di Beppe. Quella fu l'ultima apparizione di Grillo in RAI in versione comico - showman.

In quello spettacolo, diviso in due serate, scoprì il vero significato di politica, che poi è quello che ancora oggi mi porto come bagaglio culturale.
Grillo è riuscito a trasmettermi un concetto di politica completamente diverso dal classico riferimento ai confronti ideologici delle sinistre e delle destre, e l'ha fatto in modo tale da mostrarmela come semplificazione delle problematiche popolari e come diritto/dovere di ogni cittadino nei confronti della propria comunità.
Amo la politica e non capisco il perché, spesso mi rispondo che la amo semplicemente perché essa è parte attiva di ognuno di noi.
Avvicinarmi al suo blog, e successivamente al Movimento 5 stelle è stata un'operazione pressoché automatica.

Mi sono iscritto al Movimento 5 stelle perché ho imparato a concepire già da giovane età la politica in modo alternativo, che vada in una direzione tale da tagliare fuori il più possibile gli intermediari esistenti tra amministratore e cittadino. Non sarà sicuramente un percorso facile, e lo stiamo capendo molto bene da quello che avviene puntualmente sia in Parlamento e sia alle elezioni. L'insicurezza verso un metodo alternativo ed anche più impegnativo per il cittadino stesso, incute paura e responsabilizza di più, semplicemente per il fatto che una volta limitato il numero d'intermediari, non ci saranno più scuse in caso di fallimento politico.
Ma allo stesso modo questo è anche il bene della democrazia diretta. Essa garantisce libertà di scelta d'applicazione molto più ampia rispetto al sistema rappresentativo. Il motivo è semplice: se delegando ad un rappresentante nelle istituzioni sulla base di un programma si vota nella speranza che questi punti vengano portati a complimento, attivando un sistema di democrazia diretta che faccia partecipare attivamente il cittadino alla scelta step dopo step, questo problema si supera.
Per arrivare ad applicare la democrazia diretta così come intesa dal Movimento 5 stelle ci vorranno diversi decenni, per questo molto spesso da Grillo si sente ripetere che:<<Noi siamo solo la causa, gli effetti li vedranno i nostri figli e nipoti>>.
Un paradigma culturale non si cambia andando al governo, anche se il Movimento sta lavorando per arrivarci, mettendo le basi per velocizzare questo cambiamento popolare.

Per questo motivo non accetto la definizione di politica vista come "scienza del governare la società". Dentro di se questa definizione ha ancora basi precedenti all'applicazione della democrazia democrazia (basi classiste, di sottomissione di alcuni ceti sociali a pochi privilegiati).
Mi piace molto di più una definizione come questa: la politica è la scienza del bene comune, inteso come partecipazione popolare che porti all'applicazione di scelte migliorative e condivise.

Forse è solo un sogno, ma questa è la politica che vorrei e per la quale mi batto ogni giorno.

Chiudo citando Aristotele:<<L'uomo è per natura un animale politico>>. Ed allora tirate fuori l'animale politico che c'è in voi!

Alla prossima.

sabato 6 giugno 2015

...ED UN BEL GIORNO, PARLO' ORFINI.

Salve gentili lettori!

Comincerei questo articolo col proporvi lo scontro a Ballarò tra Di Maio e Orfini, in quanto in questo botta e risposta del 2 giugno c'è uno scontro alla quale ci si potrà ricollegare dopo lo scandalo di Mafiacapitale 2. Eccolo.



Diciamo che sul passaggio riferito a Mafiacapitale 1, Orfini col senno di poi non è che ci abbia fatto una gran figura... . Leggete un po' http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/06/04/-mafia-roma-44-arresti-business-su-immigrati-_eb2f8c9f-16c5-4072-940b-0dc90f4b9266.html

Successivamente allo scoppio del secondo filotto di arresti, Orfini ha tenuto a nome del PD una conferenza stampa, che avrete sicuramente ascoltato. Il suo passaggio d'attacco insensato verso il Movimento 5 stelle è stato gratuito, e non ha lasciato certo immobile Luigi Di Maio.

Qualora vi fosse sfuggito, ecco l'intervento di Orfini.


Le sue parole indirizzate verso due componenti carismatici del Movimento 5 stelle, come Luigi Di Maio ed Alessandro Di Battista, non sono chiaramente sfuggite, ed è notizia odierna, la querela di Di Maio verso lo stesso Orfini. Io ho appreso la notizia attraverso un articolo sul blog di Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it/2015/06/circo_barnum_orfini_orfinipagliaccio.html.
Con questa querela Di Maio ha chiesto un risarcimento, che verrà interamente devoluto al fondo di Microcredito.

Ma non è questo il tema dell'articolo.
Ieri sono venuto a conoscenza di un vecchio tweet di Orfini, datato 1 novembre 2011. Non mi ero reso cono sinceramente della data, e l'avevo preso sul serio, pensando che si stesse riferendo alla "meravigliosa" riforma del lavoro del governo Renzi. Accostare questo tweet al Jobs act è automatico...ma poi, la datazione ha smontato le mie tesi!
Cavolo, Orfini stava parlando da oppositore del governo Berlusconi nel 2011, allora evidentemente contrariato da politiche di precarizzazione del mercato del lavoro, che facilitassero i licenziamenti.
Quel governo Berlusconi era ormai al lumicino, ed infatti solo pochi giorni dopo (il 13 novembre), esso cadde con le dimissioni del premier Berlusconi.

Ripeto, leggetevi questo tweet, se non fosse stato per la data, l'avrei interpretato come una lode al renziano Jobs act.



Vi ricordate il contenuto della riforma del lavoro approvata pochi mesi fa???
Vi rispolvero la memoria... .

Il punto fondamentale è la precarizzazione del mercato del lavoro. Il JOBS ACT nasce anche per questo. Lo sappiamo tutti, le crisi nascono, si sviluppano ed hanno il loro apice, nel momento in cui i lavoratori, pur di avere un posto di lavoro e continuare a sopravvivere, decidono di piegarsi e sottostare alla perdita di diritti che sembravano ormai acquisiti e sacrosanti. La funzione della crisi economica è proprio questa.
All'interno del disegno del JOBS ACT non sono rimasti in vita tutta quella serie di contratti precari, e quindi, a tempo determinato (parlo dei contratti co.co.co, co.co.pro. ecc...) semplicemente perché non servono più, in quanto purtroppo, non è rimasto in essere alcun contratto "a tempo indeterminato". In contratti a tempo indeterminato, sono stati sostituiti dal tanto pubblicizzato "contratto a tutele crescenti". 
Sono sincero, sono molto impaurito da questo tipo di contratto. Esso è un contratto che terrà sotto continuo scacco e ricatto il lavoratore dipendente, privandolo di ogni sicurezza materiale, di qualsiasi visione sul futuro. 
Questo contratto, posso raccontarlo con una lunga corda, sospesa in aria e legata a due estremità lontanissime. Si parte senza avere neppure una prospettiva sul prossimo passo che si farà. Si potrebbe cadere in qualsiasi momento, e, se miracolosamente si dovesse riuscire ad arrivare all'estremità opposta del filo dopo 9 lunghissimi anni, senza essere spinti giù all'ultimo istante, dal datore di lavoro che ci sta aspettando al traguardo, allora cominceremo ad avere sollievo. Un miracolo, anzi, un miraggio d'un oasi inesistente.
E se al datore di lavoro non dovessimo più servire, ecco che potrà farci fuori con un indennizzo monetario, variabile dai 2 ai 18 mesi lavorativi. Accettando l'assegno d'indennizzo, il lavoratore dipendente, rinuncerà automaticamente al proprio lavoro, non avendo più diritto all'impugnazione del licenziamento.

Orfini the genius...


venerdì 5 giugno 2015

ANALISI SULLE REGIONALI - 7-0, GOLDEN GOAL ED M5S.

Salve gentili lettori!


PREMESSA

L'ultimo articolo che pubblicai è ormai datato 16 marzo. Successivamente, in questi due mesi mi sono occupato sempre di politica, ma in maniera differente. L'ho dovuto fare in modo piuttosto approfondito e non ho trovato il tempo per continuare ad aggiornare il mio blog come avrei dovuto. 
Finalmente però, da oggi sarò nuovamente in grado di pubblicare articoli con una cadenza accettabile, magari con due articoli settimanali. Dipenderà anche dalle tematiche che verranno a svilupparsi nella politica italiana (che non ci lascia mai a secco, c'è da dirlo).
Quindi rincominciamo il percorso.

FINE PREMESSA


Di cosa parliamo oggi? 
I temi da trattare sarebbero svariati, ma direi che un'analisi sulle ultime elezioni regionali possa essere un buon punto di ripartenza.

Buona lettura!


Con questa tornata elettorale abbiamo potuto acquisire diverse informazioni, alcune positive ed altre che mi impauriscono non poco.
Se da una parte il Partito Democratico cala in modo drastico nei consensi, dal 40,8% delle Europee al 25% di media delle regionali, è anche vero dall'altra che a beneficiare di questo calo è stata la Lega di Matteo Salvini. Questo non è che mi faccia saltare di gioia, sinceramente.
Non nutro grossi timori verso la Lega Nord guardando come prospettiva fondamentale le politiche 2018, però vedere uno spostamento di elettorato verso una destra che di moderato ha ben poco ammetto che mi spaventi.
Lo so, fa davvero simpatia l'intervista della Moretti che pronosticava un favoloso 7-0 con lei autrice del golden goal decisivo in Veneto. Questo sarà pur stato un golden goal, ma visto dalla stessa prospettiva di Toldo ad Euro 2000 sul sinistro sotto la traversa del francese David Trezeguet. 
Vi manca il ricordo visivo? No, dai. Io avevo appena 6 anni e mi ricordo quel goal come fosse ieri!

Dai, vi aiuto.



Non somiglia tanto a......?


Scusate amici, ma dovevo togliermi il sassolino da più di un anno....vi ricordate il #Vincetepoi?
Del 7-0 neppure l'ombra e tanto meno della Moretti in Veneto, che pur di affidarle le chiavi della regione ha deciso di riconfermare il leghista Luca Zaia a furor di popolo.
Il centrodestra si riprende due regioni (Veneto e Liguria), non certo grazie a Forza Italia, ma grazie ai voti sul territorio che raccoglie Salvini. Aridaje...
Il PD si riconferma in Campania, Puglia, Umbria, Toscana e Marche, ma con percentuali dimezzate e con la compartecipazione di listarelle qui e li, quasi in tutte le realtà regionali.

Scenderemo nel dettaglio regione per regione, dopo una parentesi sul m5s.

Il Movimento 5 stelle si consacra definitivamente come una forza ormai consolidata, e non esclusivamente spinta dal fattore "voto di protesta". A questo si aggiunge il fatto che Beppe Grillo, pur essendo presente, non ha preso in mano le redini della campagna elettorale delegando questo ai vari Di Maio, Di Battista, Fico, Sibilia e parlamentari vari in base ai territori d'appartenenza. Se a livello nazionale c'è una maggiore possibilità d'incidere attraverso le attività parlamentari, a livello locale, ma soprattutto a livello regionale il MoVimento aveva sempre mostrato dei forti limiti, tanto da mancare quasi totalmente di una struttura di rappresentanza nelle varie regioni (Sicilia esclusa). Le motivazioni dei limiti a livelli inferiori è noto un po' a tutti, si sa che i nomi a livello locale e regionale contino spesso più delle idee, e candidando persone sconosciute il Movimento 5 stelle paga questo scotto. N'è consapevole, ed è proprio parte della rivoluzione culturale che sta portando avanti.
Anche a livello comunali siamo cresciuti, mettendo qui e li in giro per i comuni italiani tanti consiglieri pronti e proporre e far conoscere informazioni nuove. Un nuovo sindaco a 5 stelle è arrivato nientemeno che in Sicilia a Pietraperzia (EN). In più ci sono in gioco tra 2 settimane tanti altri ballottaggi con prospettive ampie di governabilità!!! 

Analizziamo i voti regione per regione.

I dati che vedremo saranno falsati da un'unica grande realtà dei partiti classici italiani, che reggono e continuano a governare comuni e regioni esclusivamente grazie all'appoggio di listoni composti da tante piccole componenti, talvolta quasi insignificanti, ma che sommati tra loro arrivano a trovare le condizioni per una maggioranza traballante, a rischio sgretolamento. Una politica che oserei definire "vuota" e con il fiatone, ma che ancora regge, purtroppo.


                                                                 LIGURIA

In Liguria i dati sono chiarissimi. Da una parte tre coalizioni, dall'altra il Movimento 5 stelle che corre sempre libero da qualsiasi vincolo stretto con altri partiti.
Una scelta spesso contestata, ma che permette di poter agire senza avere le mani legate da precedenti accordi pre-elettorali, tali da mettere a rischio la tenuta della maggioranza.
La vittoria del centrodestra guidato da Giovanni Toti è figlio di un'alleanza obbligata con la Lega Nord. Se infatti verificassimo i voti presi da Forza Italia come partito a se stante, esso si fermerebbe al 12,9%, rischiando di essere superato anche dalla Lista Pastorino.
E' stata la Lega Nord a creare le condizioni (seppur solo apparenti) di rinascita del centrodestra, grazie ad un recupero di consensi che l'ha portata al 20,2%. Le piccole liste come Fratelli D'Italia-An e Area Popolare hanno portato un'altra piccola percentuale di consensi.

Passando a sinistra, il tonfo del PD è di portata piuttosto pesante. La Liguria è sempre stata una regione PD dal 1990 se non sbaglio, e nonostante questo, esso ha perso il 18% rispetto agli stessi voti ottenuti in Liguria alle Europee 2014, arrivando al 25,5%.

Passando al Movimento 5 stelle, a livello regionale il risultato di Alice Salvatore è una bellissima realtà, sorprendente fino ad un certo punto. 24,84% dei consensi!
Solo le coalizioni hanno potuto superare l'armata a 5 stelle. Le qualità comunicative della candidata governatrice sono apparse spiccate ed il risultato, sinceramente, era nell'aria.
All'interno del consiglio regionale ligure, l'm5s potrà essere decisivo.
Le condizioni di governabilità sono alquanto precarie per il centrodestra e toccare temi cari al Movimento 5 stelle pare essere obbligatorio per ottenere punto su punto una convergenza....vedremo.


                                                            VENETO

I dati derivanti dalle regionali del Veneto sono davvero pesanti per il PD, e dimostrano un centrodestra in gran spolvero grazie alla Lega. Il Movimento 5 stelle, con il suo ottimo candidato governatore Jacopo Berti, ha incrementato il suo consenso rispetto alle ultime regionali del 2010, passando da un 2,5% ad un rispettabile 12%, riuscendo a piazzare in consiglio regionale 5 consiglieri. Il percorso il Veneto per l'm5s è in salita e sarà piuttosto lento, perché il territorio è fortemente marcato da un sentimento d'appartenenza e su queste prerogative la politica di Salvini ci sguazza.
Sono sicurissimo che dall'interno l'm5s potrà lavorare come sempre fatto in tutte le situazioni d'opposizione, proponendo idee e soluzioni ed allo stesso tempo appoggiando le proposte interne al suo programma.
Luca Zaia si è dunque riconfermato governatore dominatore, con 28 seggi conquistati, contro gli 11 della coalizione di centrosinistra.
Il buco clamoroso è del PD, specialmente per le premesse con la quale la Lady Moretti si era candidata. Una discesa in campo dai più definita coraggiosa, che sapeva molto di Jobs act regionale, ma di "coraggio di cambiare" i veneti ne hanno avuto poco.  Probabilmente la candidata PD non era vista come un cambiamento straordinario. Effettivamente, andando a confrontare i dati delle europee 2014 con le regionali 2015, scopriamo che il PD ha perso 510 mila voti, passando da 900 mila a 390 mila circa.
Risultato soddisfacente per l'ex leghista Tosi, che si piazza con la sua coalizione al terzo posto.


                                                         UMBRIA
Per quanto riguarda l'Umbria, anche qui la candidata renziana ha rischiato di perdere contro il centrodestra. Alla fine però, è riuscita a riconfermarsi. Sarebbe stato un tonfo molto pesante perdere una regione storicamente rossa, per il PD. C'è da dire che i primi exit pool avevano generato un po' di sudore freddo a sinistra... .La candidata renziana, Catiuscia Marini si è piazzata prima, ma c'è poco da festeggiare, sinceramente. Due sono gli aspetti: o il PD ha fatto un exploit l'anno scorso alle europee, per motivazioni che superavano il programma (credo sia così), oppure il tonfo attuale ha del clamoroso. I voti persi in poco più di un anno sono 90 mila circa, con un bacino di voto che è passato dai 228 mila del 2014 ai 125 mila attuali.
Ottimo risultato per il Movimento 5 stelle, che si piazza al secondo posto come forza politica regionale, con un bacino elettorale che su termini percentuali si attesta sul 14,55%. Il limite più grosso, nonostante questo ottimo risultato, sarà la presenza di soli due consiglieri regionali pentastellati in regione.


                                                      PUGLIA
In Puglia la vittoria è andata al centrosinistra, che ha piazzato come governatore il suo candidato Michele Emiliano. Emiliano è riuscito dove tutti gli altri candidati del centrosinistra avevano fallito, ovvero nel mantenere equilibrio in termini assoluti tra il 2014 ed il 2015, perdendo 16 mila voti ed attestandosi sempre sul 32%. Attenzione però, i dati li stiamo guardando in termini di coalizione, perché se li guardassimo prendendo in considerazione solo il PD, esso si fermerebbe al 18%. Ad aiutarlo tante piccole liste, che sommate hanno creato le condizioni per vincere. La coalizione con la quale è riuscito a vincere è piuttosto numerosa, e si dividerà 29 seggi: 13 al PD,  6 ad Emiliano sindaco di Puglia, 4 a Noi a sinistra per la Puglia, 3 ai Popolari e 3 seggi a La Puglia con Emiliano.
Il centrodestra arriva complessivamente al 14%, con Forza Italia che si ferma ad un piuttosto misero 10%.

Il Movimento 5 stelle si conferma in ottimo spolvero, confermandosi seconda forza politica regionale, con la candidata governatrice Laricchia che si è attestata sul 16,33%. Il m5s ha inserito in consiglio regionale 8 consiglieri. Si cresce!

La problematica più grande che si è riscontrata in Puglia è il fatto che non c'è stata la tanto auspicata parità di genere, con tantissimi uomini eletti e solo 5 donne. A metterci una toppa, come sempre in questo caso è stato il m5s, che ha eletto 4 donne su 8 consiglieri m5s e 4 su 5 nel consiglio regionale. Non serve nessuna legge, serve un metodo meritocratico e le qualità femminili vengono a galla, come sempre successo all'interno del m5s.

                                                   TOSCANA

In Toscana vittoria del PD, con il candidato governatore Rossi al 48%, mentre il PD arriva al 46%. Sorprendente, almeno dal mio punto di vista, il risultato di Claudio Borghi Aquilini, economista candidato governatore della Lega Nord, che arriva al 20% di preferenze, suddivise in un 16% alla Lega ed un 4% a Fratelli d'Italia.
Negativo il risultato di Forza Italia, nettamente sotto il 10%, all'8,48%. Essa pare, sinceramente, sulla via del declino, e si regge un po' in tutte le regioni sul sostegno delle piccole liste che però, in certi casi, non basta per rattoppare le voragini.

Terza forza regionale, il Movimento 5 stelle, che raggiunge 200 mila voti attestandosi al 15%. La piccola macchia di queste regionali sono proprio le elezioni regionali toscane, dove sinceramente mi sarei aspettato un dato più forte del Movimento, che lo rendesse la seconda forza regionale.
Il PD qui non era attaccabile, per una questione di cultura di sinistra e di " casa renziana ", però mi sarei aspettato un risultato vicino al 20%, che era raggiungibile.

                                                   MARCHE

Il risultato delle regionali delle Marche è piuttosto netto a vantaggio del PD, e non solo per la consuetudine politica dei listoni. Il candidato del centrosinistra Ceriscioli si è imposto con il 41% delle preferenze, con il PD che si è attestato sul 35%.
C'è stato un grosso tira e molla prima della candidatura nel PD, perché per statuto un sindaco non può candidarsi ad un'altra carica...però alla fine, evidentemente, lo statuto va a farsi benedire (non è la prima volta, pensate che le candidature massime da statuto dovrebbero essere 3.....fatevi due risate).
Tutto sommato, viste le questioni che hanno combattuto anche attraverso il caso Whirlpool, un meno 6% rispetto al 2014 è oro.

Spaccato in due tronconi il centrodestra, con l'area moderata di Forza Italia composta da tre liste, dove il partito berlusconiano si ferma sotto la soglia del 10%, al 9,40%. L'altra componente di destra, più estrema, composta dal duo Lega- Fratelli d'Italia è arrivato al 18%.

Più che discreto il risultato del Movimento 5 stelle, che si attesta sul 21%, imponendosi come seconda forza politica regionale. Ripartire anche alle regionali con un bel bottino di 133 mila voti è il miglior modo per iniziare un percorso nella regione.
Il Movimento è condivisione e si alimenta delle informazione portate dall'interno all'esterno dai propri rappresentanti.
Non potremo che crescere se riusciremo a lavorare nel modo giusto.

                                                   CAMPANIA

La Campania! che risultato in Campania, cari italiani. Non so se ridere o piangere. Si è imposto il PD con il candidato governatore regionale De Luca, inserito nella lista degli impresentabili ed a rischio insediamento visti i dubbi sull'applicazione della legge Severino. De Luca mostra tranquillità, ed un certo rancore verso la presidente della commissione anti-mafia Rosy Bindi....ma rischia la decadenza già prima di poter mettere in essere una giunta.
Il risultato è netto, ma è anche vero che il PD perde più di 300 mila voti rispetto al 2014, ed anche in termini percentuali subisce uno scivolone dal 36% al 24%.
L'ex governatore del centrodestra Caldoro perde 500 mila voti in 5 anni, e con l'aiuto delle liste interne alla coalizione arriva al 38%.

Il Movimento 5 stelle, con la candidata governatrice Valeria Ciarambino ottiene un ottimo risultato con un 18%, fonte di 7 seggi in consiglio regionale, e con un grande risultato a Napoli, dove s'impone come prima forza politica con il 24% dei voti.
Rispetto al 2010, dove il candidato governatore fu Roberto Fico, l'aumento di consensi è ottimo anche in termini numerici, da 39 mila voti del 2010 ai 420 del 2015.
Valeria Ciarambino ha già presentato un esposto in procura, con richiesta di sospensione di De Luca.
Sulla qualità dell'operato del Movimento 5 stelle in regione Campania non c'è il minimo dubbio, perché ritengo questa regione la culla, insieme alla Sicilia, dove il Movimento ha ottenuto il maggior sviluppo. A dimostralo fior di attivisti e grandi parlamentari come Di Maio, Fico, Sibilia e Ruocco.


                                                   TEMA AFFLUENZA

E' stata un flop. Si è fermata al 52%, ed a pagare questo dato è stato il m5s, che non è riuscito a toccare le corde giuste, tali da portare con se gli indecisi.
Tuttavia, un voto di protesta non ha un grande potere se non passeggero, meglio ottenere consenso attraverso gli atti concreti sviluppati nelle istituzioni.
Il voto passeggero non è quello che stiamo cercando noi. L'm5s cerca partecipazione attiva alla vita politica.
Il Movimento si è consolidato su un buonissimo risultato anche a livello regionale, mai ottenuto prima, e non potrà che continuare a crescere costruendo basi ancora più solide.