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venerdì 5 giugno 2015

ANALISI SULLE REGIONALI - 7-0, GOLDEN GOAL ED M5S.

Salve gentili lettori!


PREMESSA

L'ultimo articolo che pubblicai è ormai datato 16 marzo. Successivamente, in questi due mesi mi sono occupato sempre di politica, ma in maniera differente. L'ho dovuto fare in modo piuttosto approfondito e non ho trovato il tempo per continuare ad aggiornare il mio blog come avrei dovuto. 
Finalmente però, da oggi sarò nuovamente in grado di pubblicare articoli con una cadenza accettabile, magari con due articoli settimanali. Dipenderà anche dalle tematiche che verranno a svilupparsi nella politica italiana (che non ci lascia mai a secco, c'è da dirlo).
Quindi rincominciamo il percorso.

FINE PREMESSA


Di cosa parliamo oggi? 
I temi da trattare sarebbero svariati, ma direi che un'analisi sulle ultime elezioni regionali possa essere un buon punto di ripartenza.

Buona lettura!


Con questa tornata elettorale abbiamo potuto acquisire diverse informazioni, alcune positive ed altre che mi impauriscono non poco.
Se da una parte il Partito Democratico cala in modo drastico nei consensi, dal 40,8% delle Europee al 25% di media delle regionali, è anche vero dall'altra che a beneficiare di questo calo è stata la Lega di Matteo Salvini. Questo non è che mi faccia saltare di gioia, sinceramente.
Non nutro grossi timori verso la Lega Nord guardando come prospettiva fondamentale le politiche 2018, però vedere uno spostamento di elettorato verso una destra che di moderato ha ben poco ammetto che mi spaventi.
Lo so, fa davvero simpatia l'intervista della Moretti che pronosticava un favoloso 7-0 con lei autrice del golden goal decisivo in Veneto. Questo sarà pur stato un golden goal, ma visto dalla stessa prospettiva di Toldo ad Euro 2000 sul sinistro sotto la traversa del francese David Trezeguet. 
Vi manca il ricordo visivo? No, dai. Io avevo appena 6 anni e mi ricordo quel goal come fosse ieri!

Dai, vi aiuto.



Non somiglia tanto a......?


Scusate amici, ma dovevo togliermi il sassolino da più di un anno....vi ricordate il #Vincetepoi?
Del 7-0 neppure l'ombra e tanto meno della Moretti in Veneto, che pur di affidarle le chiavi della regione ha deciso di riconfermare il leghista Luca Zaia a furor di popolo.
Il centrodestra si riprende due regioni (Veneto e Liguria), non certo grazie a Forza Italia, ma grazie ai voti sul territorio che raccoglie Salvini. Aridaje...
Il PD si riconferma in Campania, Puglia, Umbria, Toscana e Marche, ma con percentuali dimezzate e con la compartecipazione di listarelle qui e li, quasi in tutte le realtà regionali.

Scenderemo nel dettaglio regione per regione, dopo una parentesi sul m5s.

Il Movimento 5 stelle si consacra definitivamente come una forza ormai consolidata, e non esclusivamente spinta dal fattore "voto di protesta". A questo si aggiunge il fatto che Beppe Grillo, pur essendo presente, non ha preso in mano le redini della campagna elettorale delegando questo ai vari Di Maio, Di Battista, Fico, Sibilia e parlamentari vari in base ai territori d'appartenenza. Se a livello nazionale c'è una maggiore possibilità d'incidere attraverso le attività parlamentari, a livello locale, ma soprattutto a livello regionale il MoVimento aveva sempre mostrato dei forti limiti, tanto da mancare quasi totalmente di una struttura di rappresentanza nelle varie regioni (Sicilia esclusa). Le motivazioni dei limiti a livelli inferiori è noto un po' a tutti, si sa che i nomi a livello locale e regionale contino spesso più delle idee, e candidando persone sconosciute il Movimento 5 stelle paga questo scotto. N'è consapevole, ed è proprio parte della rivoluzione culturale che sta portando avanti.
Anche a livello comunali siamo cresciuti, mettendo qui e li in giro per i comuni italiani tanti consiglieri pronti e proporre e far conoscere informazioni nuove. Un nuovo sindaco a 5 stelle è arrivato nientemeno che in Sicilia a Pietraperzia (EN). In più ci sono in gioco tra 2 settimane tanti altri ballottaggi con prospettive ampie di governabilità!!! 

Analizziamo i voti regione per regione.

I dati che vedremo saranno falsati da un'unica grande realtà dei partiti classici italiani, che reggono e continuano a governare comuni e regioni esclusivamente grazie all'appoggio di listoni composti da tante piccole componenti, talvolta quasi insignificanti, ma che sommati tra loro arrivano a trovare le condizioni per una maggioranza traballante, a rischio sgretolamento. Una politica che oserei definire "vuota" e con il fiatone, ma che ancora regge, purtroppo.


                                                                 LIGURIA

In Liguria i dati sono chiarissimi. Da una parte tre coalizioni, dall'altra il Movimento 5 stelle che corre sempre libero da qualsiasi vincolo stretto con altri partiti.
Una scelta spesso contestata, ma che permette di poter agire senza avere le mani legate da precedenti accordi pre-elettorali, tali da mettere a rischio la tenuta della maggioranza.
La vittoria del centrodestra guidato da Giovanni Toti è figlio di un'alleanza obbligata con la Lega Nord. Se infatti verificassimo i voti presi da Forza Italia come partito a se stante, esso si fermerebbe al 12,9%, rischiando di essere superato anche dalla Lista Pastorino.
E' stata la Lega Nord a creare le condizioni (seppur solo apparenti) di rinascita del centrodestra, grazie ad un recupero di consensi che l'ha portata al 20,2%. Le piccole liste come Fratelli D'Italia-An e Area Popolare hanno portato un'altra piccola percentuale di consensi.

Passando a sinistra, il tonfo del PD è di portata piuttosto pesante. La Liguria è sempre stata una regione PD dal 1990 se non sbaglio, e nonostante questo, esso ha perso il 18% rispetto agli stessi voti ottenuti in Liguria alle Europee 2014, arrivando al 25,5%.

Passando al Movimento 5 stelle, a livello regionale il risultato di Alice Salvatore è una bellissima realtà, sorprendente fino ad un certo punto. 24,84% dei consensi!
Solo le coalizioni hanno potuto superare l'armata a 5 stelle. Le qualità comunicative della candidata governatrice sono apparse spiccate ed il risultato, sinceramente, era nell'aria.
All'interno del consiglio regionale ligure, l'm5s potrà essere decisivo.
Le condizioni di governabilità sono alquanto precarie per il centrodestra e toccare temi cari al Movimento 5 stelle pare essere obbligatorio per ottenere punto su punto una convergenza....vedremo.


                                                            VENETO

I dati derivanti dalle regionali del Veneto sono davvero pesanti per il PD, e dimostrano un centrodestra in gran spolvero grazie alla Lega. Il Movimento 5 stelle, con il suo ottimo candidato governatore Jacopo Berti, ha incrementato il suo consenso rispetto alle ultime regionali del 2010, passando da un 2,5% ad un rispettabile 12%, riuscendo a piazzare in consiglio regionale 5 consiglieri. Il percorso il Veneto per l'm5s è in salita e sarà piuttosto lento, perché il territorio è fortemente marcato da un sentimento d'appartenenza e su queste prerogative la politica di Salvini ci sguazza.
Sono sicurissimo che dall'interno l'm5s potrà lavorare come sempre fatto in tutte le situazioni d'opposizione, proponendo idee e soluzioni ed allo stesso tempo appoggiando le proposte interne al suo programma.
Luca Zaia si è dunque riconfermato governatore dominatore, con 28 seggi conquistati, contro gli 11 della coalizione di centrosinistra.
Il buco clamoroso è del PD, specialmente per le premesse con la quale la Lady Moretti si era candidata. Una discesa in campo dai più definita coraggiosa, che sapeva molto di Jobs act regionale, ma di "coraggio di cambiare" i veneti ne hanno avuto poco.  Probabilmente la candidata PD non era vista come un cambiamento straordinario. Effettivamente, andando a confrontare i dati delle europee 2014 con le regionali 2015, scopriamo che il PD ha perso 510 mila voti, passando da 900 mila a 390 mila circa.
Risultato soddisfacente per l'ex leghista Tosi, che si piazza con la sua coalizione al terzo posto.


                                                         UMBRIA
Per quanto riguarda l'Umbria, anche qui la candidata renziana ha rischiato di perdere contro il centrodestra. Alla fine però, è riuscita a riconfermarsi. Sarebbe stato un tonfo molto pesante perdere una regione storicamente rossa, per il PD. C'è da dire che i primi exit pool avevano generato un po' di sudore freddo a sinistra... .La candidata renziana, Catiuscia Marini si è piazzata prima, ma c'è poco da festeggiare, sinceramente. Due sono gli aspetti: o il PD ha fatto un exploit l'anno scorso alle europee, per motivazioni che superavano il programma (credo sia così), oppure il tonfo attuale ha del clamoroso. I voti persi in poco più di un anno sono 90 mila circa, con un bacino di voto che è passato dai 228 mila del 2014 ai 125 mila attuali.
Ottimo risultato per il Movimento 5 stelle, che si piazza al secondo posto come forza politica regionale, con un bacino elettorale che su termini percentuali si attesta sul 14,55%. Il limite più grosso, nonostante questo ottimo risultato, sarà la presenza di soli due consiglieri regionali pentastellati in regione.


                                                      PUGLIA
In Puglia la vittoria è andata al centrosinistra, che ha piazzato come governatore il suo candidato Michele Emiliano. Emiliano è riuscito dove tutti gli altri candidati del centrosinistra avevano fallito, ovvero nel mantenere equilibrio in termini assoluti tra il 2014 ed il 2015, perdendo 16 mila voti ed attestandosi sempre sul 32%. Attenzione però, i dati li stiamo guardando in termini di coalizione, perché se li guardassimo prendendo in considerazione solo il PD, esso si fermerebbe al 18%. Ad aiutarlo tante piccole liste, che sommate hanno creato le condizioni per vincere. La coalizione con la quale è riuscito a vincere è piuttosto numerosa, e si dividerà 29 seggi: 13 al PD,  6 ad Emiliano sindaco di Puglia, 4 a Noi a sinistra per la Puglia, 3 ai Popolari e 3 seggi a La Puglia con Emiliano.
Il centrodestra arriva complessivamente al 14%, con Forza Italia che si ferma ad un piuttosto misero 10%.

Il Movimento 5 stelle si conferma in ottimo spolvero, confermandosi seconda forza politica regionale, con la candidata governatrice Laricchia che si è attestata sul 16,33%. Il m5s ha inserito in consiglio regionale 8 consiglieri. Si cresce!

La problematica più grande che si è riscontrata in Puglia è il fatto che non c'è stata la tanto auspicata parità di genere, con tantissimi uomini eletti e solo 5 donne. A metterci una toppa, come sempre in questo caso è stato il m5s, che ha eletto 4 donne su 8 consiglieri m5s e 4 su 5 nel consiglio regionale. Non serve nessuna legge, serve un metodo meritocratico e le qualità femminili vengono a galla, come sempre successo all'interno del m5s.

                                                   TOSCANA

In Toscana vittoria del PD, con il candidato governatore Rossi al 48%, mentre il PD arriva al 46%. Sorprendente, almeno dal mio punto di vista, il risultato di Claudio Borghi Aquilini, economista candidato governatore della Lega Nord, che arriva al 20% di preferenze, suddivise in un 16% alla Lega ed un 4% a Fratelli d'Italia.
Negativo il risultato di Forza Italia, nettamente sotto il 10%, all'8,48%. Essa pare, sinceramente, sulla via del declino, e si regge un po' in tutte le regioni sul sostegno delle piccole liste che però, in certi casi, non basta per rattoppare le voragini.

Terza forza regionale, il Movimento 5 stelle, che raggiunge 200 mila voti attestandosi al 15%. La piccola macchia di queste regionali sono proprio le elezioni regionali toscane, dove sinceramente mi sarei aspettato un dato più forte del Movimento, che lo rendesse la seconda forza regionale.
Il PD qui non era attaccabile, per una questione di cultura di sinistra e di " casa renziana ", però mi sarei aspettato un risultato vicino al 20%, che era raggiungibile.

                                                   MARCHE

Il risultato delle regionali delle Marche è piuttosto netto a vantaggio del PD, e non solo per la consuetudine politica dei listoni. Il candidato del centrosinistra Ceriscioli si è imposto con il 41% delle preferenze, con il PD che si è attestato sul 35%.
C'è stato un grosso tira e molla prima della candidatura nel PD, perché per statuto un sindaco non può candidarsi ad un'altra carica...però alla fine, evidentemente, lo statuto va a farsi benedire (non è la prima volta, pensate che le candidature massime da statuto dovrebbero essere 3.....fatevi due risate).
Tutto sommato, viste le questioni che hanno combattuto anche attraverso il caso Whirlpool, un meno 6% rispetto al 2014 è oro.

Spaccato in due tronconi il centrodestra, con l'area moderata di Forza Italia composta da tre liste, dove il partito berlusconiano si ferma sotto la soglia del 10%, al 9,40%. L'altra componente di destra, più estrema, composta dal duo Lega- Fratelli d'Italia è arrivato al 18%.

Più che discreto il risultato del Movimento 5 stelle, che si attesta sul 21%, imponendosi come seconda forza politica regionale. Ripartire anche alle regionali con un bel bottino di 133 mila voti è il miglior modo per iniziare un percorso nella regione.
Il Movimento è condivisione e si alimenta delle informazione portate dall'interno all'esterno dai propri rappresentanti.
Non potremo che crescere se riusciremo a lavorare nel modo giusto.

                                                   CAMPANIA

La Campania! che risultato in Campania, cari italiani. Non so se ridere o piangere. Si è imposto il PD con il candidato governatore regionale De Luca, inserito nella lista degli impresentabili ed a rischio insediamento visti i dubbi sull'applicazione della legge Severino. De Luca mostra tranquillità, ed un certo rancore verso la presidente della commissione anti-mafia Rosy Bindi....ma rischia la decadenza già prima di poter mettere in essere una giunta.
Il risultato è netto, ma è anche vero che il PD perde più di 300 mila voti rispetto al 2014, ed anche in termini percentuali subisce uno scivolone dal 36% al 24%.
L'ex governatore del centrodestra Caldoro perde 500 mila voti in 5 anni, e con l'aiuto delle liste interne alla coalizione arriva al 38%.

Il Movimento 5 stelle, con la candidata governatrice Valeria Ciarambino ottiene un ottimo risultato con un 18%, fonte di 7 seggi in consiglio regionale, e con un grande risultato a Napoli, dove s'impone come prima forza politica con il 24% dei voti.
Rispetto al 2010, dove il candidato governatore fu Roberto Fico, l'aumento di consensi è ottimo anche in termini numerici, da 39 mila voti del 2010 ai 420 del 2015.
Valeria Ciarambino ha già presentato un esposto in procura, con richiesta di sospensione di De Luca.
Sulla qualità dell'operato del Movimento 5 stelle in regione Campania non c'è il minimo dubbio, perché ritengo questa regione la culla, insieme alla Sicilia, dove il Movimento ha ottenuto il maggior sviluppo. A dimostralo fior di attivisti e grandi parlamentari come Di Maio, Fico, Sibilia e Ruocco.


                                                   TEMA AFFLUENZA

E' stata un flop. Si è fermata al 52%, ed a pagare questo dato è stato il m5s, che non è riuscito a toccare le corde giuste, tali da portare con se gli indecisi.
Tuttavia, un voto di protesta non ha un grande potere se non passeggero, meglio ottenere consenso attraverso gli atti concreti sviluppati nelle istituzioni.
Il voto passeggero non è quello che stiamo cercando noi. L'm5s cerca partecipazione attiva alla vita politica.
Il Movimento si è consolidato su un buonissimo risultato anche a livello regionale, mai ottenuto prima, e non potrà che continuare a crescere costruendo basi ancora più solide.


                                               



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