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giovedì 19 gennaio 2017

IL RAPPORTO TRA PARLAMENTO E GOVERNO.

Ormai è passato più di un mese dal referendum sulla riforma costituzionale, che ha provocato le dimissioni dell'ex presidente del Consiglio Renzi, e la successiva nomina di Gentiloni, che ha di fatto riproposto quasi in toto i ministri dell'ex governo, con qualche variazione.
Ogni volta che cade un governo, nascono delle problematiche, dei difetti di conoscenze da parte del popolo, che sono strettamente legati alla trasformazione che ha avuto il nostro Stato, nei rapporti tra Parlamento e Governo. Infatti, si è quasi rovesciato questo rapporto, che prima vedeva il Governo subordinato al Parlamento, e oggi vede il Governo produrre la maggior parte degli atti normativi, tanto da legare nella concezione popolare la sua caduta all'indizione di elezioni, successive al termine anticipato della legislatura.
Chiariamo due concetti una volta per tutte. Che un governo non duri 5 anni all'interno della legislatura, ma se ne formino 3 (come in questa) è
normale in una repubblica parlamentare. Gli elettori votano i loro rappresentanti in parlamento, che cercano di applicare il programma elettorale.
Il governo in carica è l'esecutivo, che non si occupa di legiferare, ma di rendere esecutivo il lavoro legislativo del parlamento, tutto perfetto.
Quanti governi saltavano prima senza che si andasse a elezioni? Le legislature duravano.
Il problema è un altro. Abbiamo perso la concezione di parlamento che legifera, perché è stato spostato anche il potere legislativo sul governo.
Ecco, quindi, che quando va per aria un governo, il proseguimento della legislatura sembra non avere senso.


Se si recuperasse la concezione di parlamento come organo legislativo e di governo come organo esecutivo del lavoro parlamentare, i cittadini non
avrebbero più questa confusione in testa. E' una confusione legittima, con questi equilibri.
Ecco perché alle elezioni i cittadini non eleggono un governo! perché il governo è subordinato al volere della maggioranza parlamentare! e il presidente della Repubblica, qualsiasi nome indichi per formare un governo, dovrebbe sapere che tanto è l'organo legislativo che indirizza, non il
governo. Il parlamento può sfiduciare e far saltare il governo quando vuole.
Tutte queste concezioni sono completamente saltate per aria. Oggi siamo, in sostanza, una nuova forma di Stato, una Repubblica governativa, passatemi il termine, e ciò trova conferme anche nel documento allegato alla riforma costituzionale:

"Negli ultimi anni il sistema istituzionale si è dovuto confrontare con potenti e repentine trasformazioni, che hanno prodotto rilevanti effetti sui rapporti tra Governo, Parlamento e Autonomie territoriali – incidendo indirettamente sulla stessa forma di Stato e di Governo – senza tuttavia che siano stati adottati interventi diretti a ricondurre in modo organico tali trasformazioni entro un rinnovato assetto costituzionale". Fonte: http://www.riformeistituzionali.gov.it/media/2080/testoddl1429senato.pdf

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